Il XVI rappresentò per l’Occidente un punto di svolta fondamentale. Spinti dalla necessità di andare oltre i propri limiti, gli europei iniziarono a navigare verso mari fino ad allora inesplorati. Questo li portò a ri-scoprire il “Nuovo Mondo” e le sue popolazioni indigene. Quest’ultime, fin dall’inizio, furono vittime di barbarie compiute dai più potenti. Francia, Gran Bretagna, Portogallo e Spagna sicuramente ne trassero maggiori benefici, ma anche Olanda e Belgio non furono da meno. Tuttavia, tra queste, quella considerata più spietata fu la Spagna. Una convinzione comune che non nacque dal nulla, ma da un tipo di storiografia propagandistica fortemente incentrata su “la leggenda nera“, che presentava gli spagnoli come spietati, ignoranti e pieni di pregiudizi.
Di fatto la leggenda nacque esclusivamente per l’invidia che le altre potenze europee provavano nei confronti di questa nazione. Allora, infatti, la Spagna, su cui regnava Carlo V, comprendeva anche il meridione d’Italia, l’Austria, i Paesi Bassi, il Belgio e altri territori più piccoli. Era definito un impero ”su cui non tramontava mai il sole”.
Responsabili della diffusione della leggenda furono gli olandesi, i quali combattevano contro la potenza politica e religiosa spagnola dai tempi di Filippo II, il quale controllava gran parte dei Paesi Bassi. L’odio contro la cultura spagnola però non andò scemando, anzi. Il filosofo Immanuel Kant scrisse: ”Il lato cattivo dello spagnolo è che non impara dagli stranieri; che non viaggia al fine di conoscere le altre nazioni; che è indietro di secoli nelle scienze. Resiste a qualsiasi riforma; è orgoglioso di non dover lavorare; ha una qualità di spirito romantica, come dimostra la corrida; è crudele, come gli (ex) spettacoli autodafé; e il suo gusto mostra un’origine che in parte non è europea.”
Nonostante le ”dicerie”, la storia ci racconta tutt’altro. Infatti, la Spagna fu l’unica tra le potenze ad approvare leggi per la protezione dei nativi. Julián Juderías utilizzò per la prima volta nel suo libro il termine ”Leggenda Nera”, nel 1941. Qui egli sostiene che gli autori stranieri diffamarono la Spagna e gli spagnoli per lungo tempo. Successivamente anche lo storiografo K.W. Swart, nel 1975, sostenne la teoria di Juderías, con il suo libro ”La Leggenda Nera durante la Guerra degli ottant’anni”.
Ancora oggi il dibattito tra leggenda e realtà è aperto: alcuni credono che si trattasse di un modo per sminuire una delle più grandi potenze europee; altri, invece, ritengono che rispecchi fatti storici realmente accaduti.