Quando gli Abbasidi salirono al potere nel 750 d.C. per volontà del fondatore della dinastia califfale Abu al-Abbas as-Saffah si registrò un’evoluzione significativa dell’intero panorama islamico. Senz’altro quelli furono anni di transizione, ma anche di innovazione e cambiamento per uno dei più grandi imperi mai esistiti sulla faccia della terra. Sotto gli Abbasidi il mondo islamico conobbe una fiorente crescita intellettuale e culturale, che si può definire senza mezzi termini “età dell’oro islamica”. Progresso che i califfi della nuova Baghdad (non più l’ellenistica ed omayyade Damasco) incanalarono nelle conoscenze scientifiche, e quindi matematiche, astronomiche, filosofiche, letterarie e architettoniche. Restando in quest’ultimo ambito, impossibile non chiamare in causa una della più affascianti perle dell’epoca abbaside, la Fortezza di Al-Ukhaidir.
La struttura fortificata, che si erge nel deserto iracheno come una gloriosa impronta del passato califfale, è locata a 160 km a sud-ovest della Città Rotonda. Sulla sua origine tanto si è discusso. Un dibattito vivo ancora oggi. Eh sì, perché alcune fonti fanno risalire la costruzione del forte al 775 per volontà del nipote del primo califfo, Isa Ibn Musa. Altre invece sostengono come un prototipo di edificio murato esistesse già dal 720, quindi a 30 anni dal tramonto Omayyade. In effetti alcune scelte stilistiche (archi a tutto sesto) lasciano spazio ad interpretazioni simili, ma la verità è lontana dall’essere univoca.
Perché costruire una fortezza così maestosa nel bel mezzo del deserto? Gli Abbasidi tutto erano tranne che sciocchi. Evidentemente la zona meridionale di Karbala (altra importante città califfale) era all’epoca interessata da fruttuosi commerci carovanieri.
La costruzione di un centro di riferimento come Al-Ukhaidir avrebbe garantito sicurezza ai mercanti, base economica della ricchezza e elementi imprescindibili per la stabilità delle rotte commerciali. La vista delle possenti torri infonde fiducia oggi, nonostante il parziale abbandono dell’edificio, figuriamoci all’epoca cosa significava soffermarsi al loro cospetto.
Tuttavia qui vanno fatte considerazioni più profonde. Penso che il significato della Fortezza di Al-Ukhaidir trascenda dalla sua funzione utilitaristica. Il forte era allo stesso tempo centro strategico-militare, bastione spirituale, complesso diplomatico, esaltazione delle virtù artistico–architettoniche. Perdersi tra i suoi cortili, le geometrie degli interni, le forme dei vari e variegati elementi strutturali, è scontato e catartico allo stesso tempo.
Poi basta dare uno sguardo alle notturne scattate da abili fotografi per rendersi conto dell’unicità di questa struttura. Ah, quasi dimenticavamo, parliamo di un Patrimonio Mondiale UNESCO dal 2000, anche se la nomina sta riscuotendo beneficio turistico solamente da qualche anno a questa parte (per cause ovvie). Difficile, quasi impossibile, non meravigliarsi di fronte all’ingegno abbaside, già servo del piacere tipico di una dinastia immensamente forte.