Passeggiando lungo via de’ Servi, nel centro della città di Firenze, potreste imbattervi nell’elegante Palazzo Pucci, residenza storica dell’omonima potente famiglia, la quale fece fortuna rappresentando uno dei nuclei più fedeli ai Medici di Firenze. Ora, senza girarci troppo attorno, su uno degli angoli dell’immobile si può facilmente notare una peculiarità: una finestra murata, mentre tutte le altre non lo sono. Ebbene, quella singola finestra murata nasconde un pezzo di storia interessante del capoluogo toscano.
Per comprenderne il significato, dobbiamo fare un piccolo viaggio nella seconda metà del ‘500. Firenze ha un duca, il suo nome è Cosimo I de’ Medici. Figlio del famoso Giovanni dalle Bande Nere, imparentato per parte materna con Lorenzo il Magnifico, Cosimo è un uomo forte in una posizione forte. Fin dal momento in cui ha assunto il timone del ducato a 17 anni, il giovane Medici si è protetto il più possibile da eventuali attacchi contro la sua persona. Gli episodi, in tal senso, non mancarono: Filippo Strozzi e Lorenzino de’ Medici sono esempi lampanti di ciò.
Ma fu nel 1555 che iniziò a prendere corpo una pericolosa congiura volta ad eliminare il duca e ristabilire il vecchio potere repubblicano nella città del giglio. A capo della congiura si pose Pandolfo Pucci, esponente della già citata famiglia fiorentina, da sempre al fianco del potere costituito. Sembra che Pandolfo se la fosse presa a causa di un’esecuzione sommaria nei confronti di suo zio, eseguita con il benestare di Cosimo. C’è da dire che in tal senso la storiografia non ha ancora chiarito le reali motivazioni.
Quale che sia il perché, sappiamo che Pandolfo raccolse attorno a sé un team di uomini potenti che, vuoi per motivi personali, vuoi per guadagni politici, avevano un interesse in comune: far fuori Cosimo. Basta citare i nomi di Caterina de’ Medici regina consorte di Francia e la famiglia Farnese, sponsor e quindi coinvolti nel piano, per comprendere l’entità e il livello della cospirazione. Così ci si avvicinò al 1560 e per mettere fuori gioco Cosimo, la congiura aveva escogitato non uno, ben tre piani.
Il primo verteva sulle abilità di Puccio Pucci, parente di Pandolfo, nell’utilizzo dell’archibugio. L’uomo si sarebbe posizionato sulla finestra del suo palazzo e avrebbe saprato nel momento opportuno. Il secondo piano vedeva l’attuarsi del buon vecchio “accoltellamento” alla fiorentina. Il terzo, molto moderno se vogliamo, prevedeva il piazzamento della polvere da sparo nella residenza di Cosimo e la conseguente esplosione. Ma la i congiurati persero tempo e, non agendo, si iniziò a spargere la voce del loro eventuale operato. Si sa, gli occhi e le orecchie dei Medici erano dappertutto nella LORO città.
Il duca scoprì il complotto. Con un po’ di olio di gomito (tortura) e scaltrezza, le autorità fecero confessare i diretti interessati. Il 2 gennaio 1560, il palazzo del Bargello divenne teatro delle esecuzioni dei congiurati. I loro beni immobili e non, sequestrati. Cosimo prese il possesso di Palazzo Pucci e, memore dei sopracitati piani, “ritoccò” qualche dettaglio. La finestra dalla quale avrebbe sparato Pucci sarebbe stata murata e così fu. Oggi le tracce di quella congiura fallita sopravvivono in una finestra murata all’angolo di Palazzo Pucci.