Con il termine biancheria si identificano tutti quei tessuti preparati per uso domestico o personale. Anticamente preparata in lino dagli antichi Egizi per poi evolvere a seconda delle risorse a disposizione. Vengono infatti usati tessuti come il cotone e altri, da diversi popoli dell’antichità. L’uso di questi prodotti tessili come intimo è relativamente tardo però, rispetto l’uso esteriore che se ne faceva.
L’uso della biancheria intima corrisponde ad un accresciuto bisogno di pulizia e igiene. Ed è nel Medioevo che l’uso della tunica di lino sotto le vesti, subisce una crescita significativa, tra nobili e uomini di chiesa soprattutto. Grazie allo sviluppo del settore commerciale e della produzione delle tele, tra XIII e XIV secolo si hanno notizie di acquisti del tessuto per biancheria. Sono soprattutto le dame le maggiori consumatrici.
Eppure per il XV e XVI secolo, la tunica o camicia rimase un abbigliamento diurno e in parte visibile, è per questo che nel Rinascimento se ne ritrovano di finemente ricamate. Solo successivamente alla camicia si aggiunsero: camiciole, sottane, panni per gamba e mutande, corpetti, e la camicia stessa via via si accorciò, abbandonando la forma della lunga tunica. Le principesse più doviziose ne avevano in gran numero e preziose: Lucrezia Borgia circa 200, Elisabetta Gonzaga 24.
Già dal Cinquecento grazie ai dipinti di illustri pittori, come Tiziano, è possibile vedere il livello di ricercatezza di tali indumenti. Questa camicia fuoriusciva dal vestiario ed era resa in parte visibile con sapienti pennellate. La biancheria femminile non era la sola a comporsi di merletti e ricami, ma anche quella maschile a partire dall’epoca di Luigi XIV. E tra il XVII e XVIII secolo si inizia a distinguere tra camicia da giorno e camicia da notte per entrambi.
È nell’Ottocento che si stabilisce una vera e propria differenza, tra le camice da donna e quelle da uomo: una più larga e l’altra dal colletto inamidato. Con i progressi che si fecero in ambito della produzione, come la diffusione della macchina da cucire, il prezzo subì un ribasso incredibile. Le vendite aumentarono e l’uso di questi indumenti si diffuse ancora di più e si diversificarono i tessuti usati: tela bianca, sete, stoffe velate.
L’Ottocento è un secolo di grande industrializzazione ma anche il periodo in cui inizia a imporsi una certa morale e un nuovo tipo di società, più attenta anche alle norme igienico-sanitarie. Le condizioni di usura imposte da industriali nella produzione, diede al poeta inglese Wood l’occasione di scrivere il Canto della camicia. L’uso della biancheria sarebbe continuato però a mutare.