Nell’ambito delle indagini archeologiche nel sito del Palazzo reale di Helfta si è imposto un nuovo enigma. Esso riguarda lo scheletro di una donna venuta a mancare tra il X e l’XI secolo. La caratteristica che salta subito all’occhio è quella che ha stimolato l’attribuzione del nome con il quale è divenuta nota: parliamo della “dama senza volto di Eisleben“.
La Sassonia-Anhalt. regione nord-orientale della Germania, regala un’altra sorpresa di carattere archeologico dopo il ritrovamento di un complesso abitativo medievale rimasto sepolto per diversi secoli. Ad attirare l’attenzione degli esperti questa volta sono stati i resti scheletrici di una donna senza parte del cranio, mancante del volto anzi. Gli operatori hanno rinvenuto al fianco della dama anche le ossa di un uomo. Egli però, a differenza della controparte femminile (presumibilmente la moglie), presenta un corredo funerario di tutto rispetto, ad indicare l’elevato rango sociale e militare.
Ma la scoperta non è isolata, in quanto l’area è contraddistinta da ricerche geofisiche dal 2009. Gli scavi nella sezione della “strana coppia” però hanno conosciuto il loro natale solamente nel 2021. L’Ufficio statale per la conservazione dei monumenti e l’archeologia della Sassonia-Anhalt (LDA) stila a cadenza mensile un rapporto sullo stato degli scavi. Dando un’occhiata a questi resoconti dettagliati, si possono annoverare una serie di notevoli avanzamenti nella ricerca. Colpisce ad esempio il ritrovamento di una chiesa eretta durante il regno di Ottone I di Sassonia, detto “il Grande“.
L’edificio fu dedicato, intorno agli anni ’50 del X secolo, dal futuro Imperatore dei Romani (962) ad una principessa originaria della Turingia, tale Radegonda, vissuta nel VI secolo e venerata come Santa dalla Chiesa Cattolica. Nell’area gli archeologi hanno scoperto anche un cimitero “aristocratico” associato all’edificio di culto; questo fu utilizzato dal X al XV secolo.
Tornando però alla dama senza volta di Eisleben, al momento gli addetti ai lavori stanno ancora effettuando analisi al radiocarbonio, prevalentemente per due ragioni: datare con certezza la morte dei due possibili coniugi e stabilire i motivi della dipartita. Il mistero, come si sarà ben capito, aleggia sulle cause dietro le evidentissime lesioni sul cranio della donna. Qualcuno ha avanzato delle ipotesi preliminari: forse dell’attrezzatura agricola causò accidentalmente la morte violenta della dama.
L’ipotesi, per quanto plausibile, può essere smentita dall’accuratezza chirurgica presentata dalla recisione. Nessuna attrezzatura agricola (aratro?) del X secolo può scaturire un taglio così netto. Le questioni aperte non finiscono qui. Ci si chiede il perché di una disparità così plateale nel trattamento funerario dei due. Forse la donna, di comprovata fede cristiana, preferì un’umile sepoltura. Supposizioni, non sono altro che supposizioni. Per la verità è necessario attendere, ma l’ennesimo enigma archeologico attira l’attenzione su una regione ricca di storia e cultura, come può esserlo la Sassonia-Anhalt.