Tutti abbiamo quell’amico a cui prestammo dei soldi e che ancora ci deve, ma gli vogliamo un gran bene e lo perdoniamo. Lo stesso non si può dire di quanto avvenne nel 1974 tra Corea del Nord e Svezia, stiamo parlando qui di 1.000 Volvo 144s. Non proprio spicci. Ma vediamo più da vicino cosa accadde tra i due paesi.
Partiamo però dalla Guerra di Corea e vediamo come si arriva agli anni ’70. Tra il 25 giugno del 1950 ed il 27 luglio del 1953 si combatté la sanguinosa guerra lungo il 38° parallelo, a seguito dell’invasione del meridione peninsulare da parte dell’esercito comunista del nord.
Il contrasto va inquadrato nell’ottica della Guerra Fredda, con la parte Nord chiaramente vincolata al lato comunista e la parte Sud stretta alleata degli USA. La guerra durò 3 anni e al suo termine pareva che la situazione economica fosse florida. La Corea del Nord viveva, soprattutto negli anni ’70, una favorevole congiuntura economica.
Avviò un grande processo di miglioramento delle infrastrutture del paese e costruì edifici nuovi. In questo contesto chiese le 1.000 Volvo 144s alla casa automobilistica svedese. Quest’ultima chiaramente non rifiutò, pensando si trattasse di una proposta seria e di un grandissimo affare con una potenza in via di sviluppo.
Il presidente Kim Il-Sung pensava infatti di ripagare il debito grazie ai grandi introiti che il suo paese aveva per l’esportazione di rame e zinco. Questo rimase tuttavia sul piano ipotetico e della fantasia. Sul piano della realtà le esportazioni non andavano alla grande e la congiuntura economica stava prendendo una piega che non lasciava presagire nulla di buono.
Ma quindi ad oggi il debito è saldato? Assolutamente no. La casa automobilistica svedese continua a sollecitare, 2 volte l’anno il pagamento. Nonostante ciò, non pare ci siano spiragli che lascino immaginare che ciò avvenga. Ah, secondo una stima il debito ammonta ormai, con inflazione e interessi, a circa 300 milioni di dollari. Buona fortuna alla Corea, o forse meglio augurarla alla Volvo.