La consegna delle chiavi a San Pietro del Perugino, oltre che un caposaldo della Storia dell’Arte, può anche essere considerato come una fonte molto eloquente sulla percezione che il Papato aveva di sé nel XV secolo. Il padrone indiscusso di Roma era senz’altro il Papa, l’unico caposaldo di riferimento per la città dopo la caduta dell’Impero. Come è noto, il Pontefice non esercitava solamente funzioni spirituali, ma era il vero e proprio governatore della città. Il potere politico ha bisogno anche di una buona retorica che possa legittimarlo. Soprattutto perché il potere Papale era reduce della cattività Avignonese e dello scisma di Avignone.
Due eventi che hanno minato l’autorità di questo potere, che per quasi tutto il Medioevo, per lo meno nell’Italia centrale, nessuno aveva messo in discussione. Il progetto di magnificare il doppio potere del papa, quello terreno e quello spirituale, si faceva ancora più impellente. Si trattava di monarchia assoluta, che sì, era elettiva tra l’oligarchia ecclesiastica, poiché non era ereditaria, ma poteva essere messa in discussione. Dunque uno dei veicoli più efficaci per veicolare un messaggio era quello dell’arte visiva. Pittura, architettura, scultura, qualsiasi cosa fosse sfarzosa e meravigliosa.
L’arte, in quanto a quel tempo quasi sempre prodotta su commissione, poteva rappresentare il concetto che più piaceva a chi commissionava. Quindi in questo periodo si moltiplicarono le opere che in qualche modo potessero mettere in collegamento il Papa con il grande passato di Roma.
In questo contesto la corte Papale divenne, in questo periodo più che mai, un’officina di capolavori. Infatti, Dal pontificato di Giulio II in poi, tutti i papi hanno avuto un obiettivo comune: quello di fare di Roma un centro delle lettere e dell’arte, come rappresentato nel progetto comune della Basilica di San Pietro o nella decorazione degli appartamenti papali. Data la sua fama di artista raffinatissimo, anche il Perugino fu chiamato a Roma nel 1481 per dipingere alcuni degli affreschi, tra cui quest’opera straordinaria.
Il messaggio dietro all’opera è chiaro: politico e spirituale. I pontefici, e non i concili ecclesiastici, sono gli eredi di San Pietro. Colui che ha ricevuto il potere spirituale direttamente dalla mano di Gesù Cristo. Il Papa è l’erede diretto di San Pietro, lui e nessun altro, poiché ha ricevuto il potere spirituale e temporale direttamente da Gesù.