I lavori per l’istallazione di due ascensori che dallo spazio sottostante avrebbero garantito l’accesso al piazzale sopra la collina del Castello di Udine hanno finito per variare, anche in modo radicale, la percezione comune della storia cittadina. In seguito a delle indagini archeologiche, gli esperti hanno tratto la seguente, nonché “travolgente”, conclusione: il colle dal quale spicca il simbolico monumento della città non è naturale ma frutto dell’artificio umano.
Le prime analisi hanno evidenziato come il rilievo artificiale sia sorto in epoca pre-romana. Il periodo preso in esame va dal II fino al I millennio a.C., in piena Età del Bronzo. Il sito aveva già attirato l’attenzione della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia. Infatti lo scorso anno un sondaggio stratigrafico rilevò strutture di epoca medievale e moderna in corrispondenza dell’altura.
Queste prime ricerche inoltre hanno documentato un’innaturale stratificazione della terra e della argille costituenti. Tutti indizi che convergono verso una salda ipotesi. Il terreno di riporto utilizzato per la realizzazione del cumulo proveniva dal luogo corrispondente all’odierna Piazza I Maggio.
Alcuni dati interessanti: durante le prime fasi della realizzazione, il cumulo raggiungeva all’incirca i 30 metri d’altezza, per un volume complessivo superiore ai 400.000 m³. Le stime combaciano con la grandezza che può vantare oggi la collina friulana. Numeri alla mano, il rilievo sottostante il Castello di Udine tocca un record a livello nazionale, probabilmente europeo.
Non si conosce un cumulo di riporto artificiale così voluminoso. La scoperta degli archeologi (tra l’altro ancora al lavoro) è da applaudire, in quanto permette alla comunità storico-scientifica di rivalutare le capacità edilizie, progettuali nonché realizzative delle popolazioni protostoriche locali. Sono spunti questi che stimolano il ricordo folkloristico.
Sì, perché i dati – come spesso accade – non giustificano l’utilità di un colle artificiale come quello di Udine. Una probabile, ma non certa, spiegazione la può dare un’antica leggenda popolare. Attila, avendo conquistato la vicina Aquileia nel V secolo d.C., ordinò la messa a punto di questa gigante collina sopra la quale veder meglio l’incendio del glorioso insediamento romano per mano degli Unni. Ovviamente c’è una palese ambiguità e difformità tra le date, ma come ben sappiamo, i racconti popolari non nascono mai dal nulla…