Quando parliamo della colonizzazione del Nuovo Mondo dobbiamo farlo con attenzione. Si tratta della più grande migrazione di massa della storia dell’umanità ed ha moltissimi fattori da tenere in considerazione. Lo scarto tecnologico e la diversità culturale in primis. Considerare Atahualpa, imperatore Inca, una divinità, era proprio un fattore fortemente culturale. Nonostante ciò gli spagnoli lo catturarono con facilità.
La cosa strabiliante però è come ciò avvenne. La disparità numerica era impressionante. Si parla di 168 spagnoli (62 cavalieri e 108 fanti) contro ben 80.000 Inca. La proporzione era di 500 ad 1. Come mai vinsero gli spagnoli? In casi come questi una sola variabile non è mai abbastanza, proviamo a dare dunque una risposta soddisfacente.
In base ad alcuni resoconti di compagni di Pizarro sappiamo che gli uomini del conquistador erano terrorizzati la sera prima dell’incontro con l’imperatore Atahualpa. Guardavano i fuochi degli accampamenti nemici sulla collina e “sembravano un cielo stellato tanto numerosi erano“. Inoltre non si sarebbero mai immaginati una resa passiva degli Inca.
Il giorno seguente venne organizzato il piano. Questo prevedeva un incontro pacifico e poi, in caso i nativi si fossero rifiutati di piegarsi a Carlo V, nonché alla fede cristiana, si sarebbe scatenata la furia degli iberici. Quest’ultimi speravano di non arrivare alla seconda parte del piano; una speranza disattesa.
Fra Vincente de’ Valverde, prete al seguito di Pizarro, fu da questi mandato a parlare al dio-imperatore. Lo invitò a sottomettersi a Carlo V, imperatore del mondo, e alla religione cristiana, mostrava in una mano la Bibbia e nell’altra il crocifisso. Caso volle che Atahualpa chiese proprio il libro sacro che pareva non riuscire ad aprire. Quando il frate provò a dargli dimostrazione di come fare, l’imperatore si irritò e lanciò per terra la Sacra Bibbia. Fra Vincente diede allora il segnale dell’attacco: “è un miscredente, punitelo“!
Fu in questo frangente che successe l’impensabile. Le spade e le armi d’acciaio, le armature, la cavalleria, gli archibugi (anche se gli spagnoli ne avevano una dozzina lentissimi da ricaricare), il fatto che poco prima gli Inca erano impegnati in una guerra civile ed infine la scrittura e la cultura scritta (che fece si che gli spagnoli conoscessero gli Inca prima di incontrarli, ma non il contrario) furono i fattori chiave che consegnarono la vittoria ad un manipolo di uomini che affrontò quel giorno un esercito 500 volte superiore.