Nella vita tempismo e fortuna, se concilianti, possono valere molto, tantissimo. Il sergente tedesco Kunze (del quale purtroppo non si conosce il nome di battesimo!) sa bene di cosa parliamo. Ci troviamo in piena Prima Guerra Mondiale, lo scenario è quello di Verdun, centro nevralgico della difesa francese e terreno di battaglia simbolo dell’intero conflitto sul fronte occidentale. La fortificazione principale dei francesi ha un nome: Fort Douaumont.
La storia del fortino è particolare e ambigua allo stesso tempo. Sorto nel 1885, nel corso degli anni fino allo scoppio della Grande Guerra la fortificazione ha conosciuto sostanziali miglioramenti. Per farvi capire, fino a poco prima del 1914 Fort Douaumont godeva della nomea di opera difensiva più solida, nonché imprendibile, dell’intera Europa. Vi sveliamo un’anticipazione: gli eventi bellici avrebbero smentito questa gloriosa fama.
Inizia la Prima Guerra Mondiale, i tedeschi avanzano in territorio belga conquistando forti molto simili, per costituzione, a quelli francesi. I vertici militari transalpini traducono l’accaduto come un’inadeguatezza del sistema difensivo fortificato di fronte alla “guerra moderna”. Peccato che non abbiano preso in considerazione i numeri delle vittime tedesche per la cattura di queste fortificazioni. Risultato? Depotenziamento dei principali punti strategici del sistema Séré de Rivières (linea difensiva di confine).
Tra questi punti strategici troviamo anche il nostro fort de Douaumont. Ma se fin qui vi abbiamo raccontato solamente le premesse dell’intera vicenda, preparatevi perché d’ora in poi ne sentirete delle belle. La maestosa fortificazione, di gran lunga la migliore nella zona di Verdun, la quale poteva ospitare e difendere efficacemente circa 700 uomini asserragliati, fu lasciata sguarnita dai francesi.
E qui ci ricolleghiamo al personaggio con il quale abbiamo introdotto la narrazione. Immaginate la sorpresa dei 10 genieri al seguito del sergente Kunze nel momento in cui, senza resistenza di alcun tipo, riuscirono ad espugnare e a catturare il forte nel febbraio del 1916. Essi fecero prigionieri quasi 200 uomini; non vi furono scontri, non si sparò un colpo. Il simbolo difensivo francese per eccellenza cadde in meno di un pomeriggio per mano di 10 tedeschi.
Nell’ottobre dello stesso anno le truppe coloniali marocchine si riappropriarono di Fort Douaumont: i francesi sacrificarono la vita di migliaia di uomini per riprendersi, di fatto, un cumulo di macerie, conseguenza dei costanti bombardamenti. Ma si sa, a volte tempismo e fortuna, se concilianti, possono decretare accaduti ed eventi senza alcuna logica di fondo. Chiedete al semisconosciuto sergente Kunze del 24° reggimento Brandeburgo.