Se pensate di essere competitivi e poco inclini al perdono e alla concordia, beh, forse somigliate un po’ ai bolognesi del 1300. La battaglia di Zappolino, del 1325, è l’emblema principe della cavillosità e della permalosità, dato che i bolognesi mossero guerra a Modena per un secchio d’acqua.
Per delucidare meglio la vicenda va specificato che le due città facevano già parte di due fazioni differenti. Bologna era infatti una città guelfa, ovvero nell’antico scontro tra papato e impero sosteneva il primo. Modena invece era schierata al fianco dell’imperatore.
Entra ora in gioco l’oggetto della discordia: il secchio. I modenesi entrarono difatti di soppiatto nella città di Bologna per riempire un secchio d’acqua al pozzo principale della città. I bolognesi (un po’ permalosetti) non gliela fecero passare liscia. Era stato un oltraggio ed una beffa.
Forse però esagerarono schierando 30.000 fanti e 2.000 cavalieri contro la città di Modena. Quest’ultima era difesa da 5.000 fanti e anch’essa da 2.000 cavalieri. Le forze erano tutte a favore dei bolognesi ma la battaglia avrebbe dato esito opposto a quello immaginabile.
I modenesi infatti resistettero ed incalzarono la ritirata dei bolognesi, secondo alcune fonti brandendo il secchio impilato su una lancia come segno di scherno. Muovendo verso l’esercito in ritirata dei bolognesi bruciarono inoltre ogni avamposto difensivo e nel complesso morirono oltre 2.000 uomini.
L’oggetto che causò tutte queste vittime, il famoso secchio, è oggi conservato nella Torre della Ghirlandina, campanile principale della città di Modena. Se mai vi venisse in mente di vendicarvi per uno screzio da niente ricordare questo avvenimento potrà aiutarvi a preservare la calma e prediligere la diplomazia.