La battaglia di Metauro si colloca nel contesto della Seconda Guerra punica, si combatté il 22 giugno del 207 a.C. presso il fiume Metauro, nelle Marche. Si scontrarono le armate dei consoli Marco Livio Salinatore e Gaio Claudio Nerone e Asdrubale Barca, fratello di Annibale. In genere quando si pensa a questi avvenimenti la memoria corre ad Annibale e alla sua storica discesa in Italia con gli elefanti. Alla sconfitta dei Romani a Canne e a un giovane Scipione che diede il via ad una brillante carriera militare in seguito a due vittorie in Spagna. Si parla davvero poco di Asdrubale e della battaglia in questione, che in realtà rappresentò uno scontro decisivo nel secondo conflitto punico.
La battaglia di Metauro si svolse in un momento molto delicato della guerra. Infatti, le sorti della guerra stavano per cambiare e Roma correva un gravissimo rischio. Che gli eserciti di Annibale e di Asdrubale si unissero e che marciassero verso l’Urbe. In quel caso sarebbe stato impossibile fermare l’avanzata dei cartaginesi. Scipione in quel momento stava conducendo delle spedizioni in Spagna, aveva già sconfitto Asdrubale in un’occasione, cosa che lo aveva costretto a ritirarsi in Italia.
A questo punto il generale romano doveva compiere una scelta: portare a termine le campagne iberiche o tornare in Italia dando la caccia ad Asdrubale. Scipione decise di rimanere in Spagna, confidando nelle capacità degli eserciti romani.
Asdrubale nel frattempo si trovava in un territorio a lui sconosciuto e mandò un gruppo di soldati a cercare notizie del fratello, Annibale. Ma, questi emissari vennero intercettati dai Romani che capirono quale fosse la sua posizione: si trovava nelle campagne del Metauro. Lo scontro era inevitabile. Nonostante Asdrubale avesse dalla sua gli elefanti e delle fila molto fornite, la cavalleria romana riuscì a contrastare questo dispiegamento di forze. Dopo lo scontro i Romani non mostrarono alcuna pietà, uccisero tutti i nemici e portarono la testa di Asdrubale nell’accampamento di Annibale che, vedendo la testa del fratello, capì che non sarebbe stato possibile prendere Roma.