Nell’elenco degli scontri che hanno cambiato in modo radicale il corso della Storia è impossibile non menzionare la Battaglia del Talas, anno di grazia 751 d.C. Fu un fatto d’armi di notevole spessore tra due dei più grandi imperi allora esistenti. La Cina della Dinastia Tang da una parte, il Califfato degli Abbasidi dall’altra. Il punto di incontro/scontro, inevitabile per due superpotenze in continuo ampliamento, ebbe per scenario un fiume di confine tra le attuali Kazakistan e Kirghizistan. Nei pressi di quelle acque si segnò un momento di svolta a livello mondiale ed è bene ricordarlo.
Ritengo sia una buona idea presentare singolarmente i contendenti. La Dinastia Tang estendeva il proprio governo su una popolazione di circa 50 milioni di persone. La Cina del VII e VIII secolo era in perenne lotta con il decadente, ma comunque pericoloso, Impero Tibetano. A danno di quest’ultimo intraprese diverse campagne militari, tutte di successo. Una di queste, nello specifico, garantì ai Tang il controllo del bacino del Tarim nel 692. Polo nevralgico per i commerci con l’Occidente in quanto territorio ospitante una delle arterie più importanti della Via della Seta. Il generale coreano Gao Xianzhi era l’artefice delle principali vittorie cinesi. Fu egli stesso a fronteggiare i musulmani in quel torrido luglio del 751.
Musulmani, appellativo fin troppo generico, non credete? Da pochissimo, ovvero dal 750, la Dinastia Abbaside aveva assunto la guida del Califfato. La macchina statale, nonché bellica, seppur ancora da oleare, spaventava chiunque (a Costantinopoli e nella penisola iberica ne sapevano qualcosa). La volontà di ampliare i confini del Dār al-Islām (territori sottoposti all’imperio politico, giuridico e religioso islamico) era tanta e volgeva il proprio sguardo tanto ad ovest quanto ad est, direzione Transoxiana. Il comando delle truppe musulmane fu relegato a Ziyad bin Salih, governatore curiosamente di nomina Omayyade presso Samarcanda. I suoi 50.000 uomini (le fonti citano numeri spropositati, quindi bisogna prende il dato con le pinze) avrebbero fronteggiato i 30.000 cinesi di Gao Xianzhi.
Non era la prima volta che le due superpotenze incrociavano le spade. Era successo già in due occasioni, nel 715 e nel 717, entrambi round andati ai cinesi. Ma nel 751 l’aria di guerra era diversa. Oltre alla gloria, ci si aspettava dalla vittoria uno schiacciante e perentorio dominio. Fu così, anche se il giudizio storico a riguardo va progressivamente smussandosi. A decidere le sorti della Battaglia del Talas furono i mercenari turchi Karluks, circa 20.000 unità ausiliare assoldate inizialmente dai Tang. Da sottolineare l’avverbio “inizialmente”, perché il grosso dell’esercito cinese era composto da tali reparti, i quali a metà scontro (che durò quasi cinque giorni), cambiarono casacca, passando dal lato del miglior offerente. Per i restanti effettivi cinesi si materializzò una carneficina, alla cui scamparono in ben pochi (forse neppure 2.000 unità).
Va bene a questo punto esaltare la vittoria califfale, ma non bisogna neppure esasperare più del dovuto la sconfitta per il Celeste Impero. Durante lo stesso periodo, i Tang persero altri scontri a nord e a sud del dominio, indebolendosi internamente e agli occhi dei nemici carnali. La battuta d’arresto per quanto riguardava le mire espansionistiche verso la Via della Seta era da ricercarsi in una molteplicità di eventi. La Battaglia del Talas cambiò la storia per altri motivi. Le truppe asiatiche fatte prigioniere importarono nel Califfato conoscenze tecnico-produttive rivoluzionarie. Nel giro di pochi anni sorsero ad esempio le prime cartiere all’infuori della Cina stessa. La carta “araba” (in realtà cinese) per trasmissione divenne oggetto di scambio commerciale con l’Occidente Cristiano. Altra innovazione fu la bussola, fatta propria dai persiani (la maggioranza degli uomini califfali in quel 751) a seguito della grande battaglia.
Samarcanda divenne il primo centro di produzione cartiera; Kufa, allora capitale abbaside, divenne nota per la produzione tessile. Molte cose cambiarono, altre non lo fecero immediatamente ma Talas rappresentò l’impulso decisivo affinché ciò avvenisse. Alcuni storici recentemente stanno tentando di rivedere (ragionando a ribasso) le conseguenze dello scontro, ma una cosa è certa ed immutabile, in quel luogo che oggi neppure sapremmo indicare su una mappa muta, quasi 1.300 anni fa si scrisse una pagina indelebile di Storia.