Oluale Kossola nacque all’incirca nel 1841 nel territorio dell’attuale Benin, allora noto come Regno del Dahomey. Crebbe forte e vigoroso, anche in virtù di quello che sarebbe stato il suo ruolo di guerriero-cacciatore tra gli Yorupe, la sua tribù d’appartenenza. Un giorno però il villaggio del ragazzo conobbe la violenza dei razziatori, in affare con gli schiavisti bianchi. Kossola fu fatto schiavo e si diresse sotto costrizione, insieme ad altri 32 malcapitati, verso il porto di Ouidah. L’incubo era già iniziato.
Dalla città portuale dell’Africa occidentale Kossola partì: direzione America. Stipato con altri come se fossero bestie, l’uomo affrontò uno straziante viaggio lungo una settantina di giorni. La Clotilda, comunemente ritenuta come l’ultima negriera a percorrere la cosiddetta “Tratta Atlantica”, sbarcò a Mobile, in Alabama. Lì alcuni uomini dalla “pelle di mammella” (riferito al bianco del latte, come lo stesso Kossola li definì) lo nascosero nelle paludi per qualche giorno. L’obiettivo era occultare il carico di schiavi, in quanto affare illecito.
“Tratta Atlantica” che era proibita dall’Act Prohibiting Importation of Slaves del 1807. La legge, sebbene vigente, non vietava comunque il commercio interno. Padron Timothy Meahrer, imprenditore e proprietario della stessa Clotilda (che fece immediatamente affondare a seguito dello sbarco), accolse “calorosamente” gli schiavi nella sua tenuta. Il nome di Kossola per quelle persone era impronunciabile, così si risolse il problema cambiandolo in Cudjo Lewis. Semplice, no?
Per 5 lunghi anni la frusta impartì ordini e Cudjo obbedì, pur non comprendendo l’inglese e la maniere violente di quelle persone. Nel 1865, finita la Guerra Civile, le truppe dell’Unione liberarono gli schiavi di Mobile. Cudjo espresse allora la volontà di voler tornare nella sua terra natale. Troppo costoso il viaggio però, così si formò una comunità di soli neri, la quale avrebbe mantenuto usanze e tradizioni delle tribù Yorupe, Ewe e Fon. Nacque quindi Africatown (oggi Plateau).
Cudjo condusse una vita umile insieme alla moglie Abache, anche lei giunta sulla Clotilda, fino al luglio del 1935. Prima di spirare, Mr. Lewis raccontò la sua storia a Zora Neale Hurston, scrittrice, antropologa ed esperta del folklore afroamericano. Hurston scrisse un libro a riguardo, riportando quella che per molto tempo si è pensato fosse l’ultimo schiavo d’America. In realtà ricerche più recenti legano il primato ad altre persone, venute a mancare uno o due anni dopo Cudjo.
Il libro, intitolato Barracoon. L’ultimo schiavo, è stato pubblicato solamente nel 2018, perché per decenni dopo la sua stesura, conobbe l’ira della critica (anche afroamericana) per via del suo stile “dialettale”, improntato sulla semplicità della vita di un uomo che voleva essere un guerriero libero e finì per diventare uno schiavo oppresso, uno degli ultimi.