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L'istituzione legale più antica d'Europa si trova a Valencia

L’istituzione legale più antica d’Europa si trova a Valencia

Ogni giovedì, di fronte alla sontuosa porta degli apostoli, ingresso dell’ancor più splendida cattedrale di Valencia, si raduna una folla intenta ad osservare un rito. Esatto, un rito laico e radicato nel tempo, che combina la gestione della risorsa più cara al mondo, ossia l’acqua, e l’aspetto più importante di una società civile, la giustizia. La folla raccolta all’angolo di Plaza de la Virgen non vuole altro che partecipare, seppur indirettamente, ad una seduta del Tribunale delle Acque, una delle più antiche istituzioni legali di Spagna e dell’intera Europa.

L'istituzione legale più antica d'Europa si trova a Valencia

Il Tribunal de las Aguas de la Vega de Valencia – per noi comuni mortali (italiani) “Tribunale delle Acque” – è un’istituzione di giustizia incaricata di risolvere eventuali controversie legate allo sfruttamento delle acque irrigue nella Comunità Valenciana. Importante specificare come si tratti di un tribunale consuetudinario, composto da otto rappresentanti scelti da ognuna delle comunità irrigatorie (Comunidad de regantes). Tra i rappresentanti, anche detti fiduciari, viene eletto un presidente, in carica per un biennio. Il mandato è tuttavia rinnovabile.

Le origini storiche di questo tribunale sono sconosciute. Esistono diverse ipotesi a riguardo: c’è chi sostiene che la consuetudine nasca in epoca romana; chi invece la retrodata al tempo delle colonie costiere greche; la maggioranza degli storici fa risalire la fondazione del Tribunale delle Acque al tempo del Califfato Omayyade di Cordova (929-1031). Sebbene nessuna fonte scritta attesti l’esistenza di una simile istituzione nella città di Valencia o nei suoi dintorni al X secolo, la datazione risulta essere comunque verosimile.

Valencia dipinto Tribunale delle Acque

Questo perché nel 1239, quando Giacomo I d’Aragona strappò l’area ai mori, promulgò una serie di leggi grazie alle quali si mantenne inalterata la gestione dei canali d’irrigazione “come era stato stabilito e secondo la consuetudine vigente”. Parole di un certo peso che legittimarono la tradizionale istituzione pur non nominandola. Ad avvalorare la tesi sull’origine califfale ci sarebbero altri tre dettagli:

  • Il fatto che la riunione pubblica si celebri di giovedì (l’ultimo giorno feriale prima di venerdì, che per i musulmani è festivo).
  • Ha luogo all’esterno della cattedrale, un tempo moschea e ancor prima dell’arrivo dei Romani, agorà della città.
  • Altro elemento d’interesse riguarda il diritto di concessione della parola; quest’ultimo ricade nelle facoltà del presidente eletto che indica chi può parlare con il piede, proprio come accade nelle tribù berbere del Nord Africa, dove il saggio sceglie a chi dare la parola indicandolo con la punta del piede.
  • Infine la conduzione della seduta è totalmente orale; esiste un registro delle attività ma solo a scopo archivistico.

Come detto, le fonti non ci aiutano a comprendere come e quando il tribunale venne alla luce. Molto più semplice, anzi, intuitivo, capire perché. Quando gli Arabi imposero la loro autorità su quasi tutta la penisola iberica, compresero di dover creare un sistema di gestione e sfruttamento razionale dell’acqua. Una cosa in cui dimostrarono di avere competenze eccellenti. Basti osservare gli esempi della Sicilia musulmana o della Baghdad degli Abbasidi.

Appunto, per dirimere ogni questione legata all’utilizzo dell’acqua, si istituì una corte tribale. Ora, fino a che punto suddetta corte riprese da tradizioni preesistenti è complicato dirlo. Tuttavia la sua efficacia fu ampliamente riconosciuta, tanto da convincere il già citato Giacomo re d’Aragona a riconfermarla secoli dopo la sua fondazione.

Valencia raffigurazione istituzione valenciana

I fiduciari che da oltre un millennio dicutono e normano sul governo delle acque irrigue valenciane sono contadini. Gente che stando a contatto con i campi e necessitando in primis delle risorse idriche, sa di cosa parla. Tuttavia non tutti i contadini possono prendere parte alle sedute comuni. Il requisito d’ingresso è “l’onorabilità” riconosciuta al candidato da tutti gli altri membri.

Una volta preso posto davanti la Cattedrale della Vergine Maria di Valencia, il presidente (ufficiale giudiziario) accoglie le richieste dei presenti tenendo fra le mani un bastone arpionato in ottone. Le lamentele più comuni riguardano furti d’acqua, diversione dei canali, danni agli argini o interruzione dei flussi. Il presidente, che è giudice e dunque imparziale, non partecipa alla deliberazione pubblica. Il tribunale risolve i casi rapidamente e – fate molta attenzione a questo dettaglio – una volta presa la decisione, ha valenza universale. Mi spiego meglio. Se un membro della giunta comune non accetta il verdetto, non può perorare la sua causa in un tribunale ordinario.

Questo singolare aspetto può suscitare un certo grado di stupore agli odierni osservatori. Un tempo, neppure tre secoli fa in realtà, scoppiavano grandi disordini per dei privilegi simili. Vista la sua specifica natura indipendente, le Cortes spagnole di XVIII-XIX secolo si opposero vivamente all’esistenza del Tribunale delle Acque. Se oggi l’istituzione esiste ed è ancora in funzione, lo si deve a Francisco Javier Borrull. Il giurista valenciano nel 1814 difese strenuamente il tribunale consuetudinario, considerato “lesivo della giurisdizione regia rappresentata dalle Cortes di Cadice”. Insomma, la sua specificità recava fastidio agli organi accentratori della restaurata monarchia spagnola.

Fu proprio Borrull a rispolverare la storia (fattuale o presunta che fosse, poco importava) del Tribunale delle Acque di Valencia. Egli fu il primo a riallacciare la vicenda dell’istituzione legale e democratica all’epoca dell’Hispania romana.

Valencia

Il tribunale continua a operare ancora oggi e, benché le controversie siano meno numerose rispetto al passato, conserva una funzione simbolica, culturale e identitaria per la comunità valenciana. La Costituzione spagnola del 1978 ha definitivamente riconosciuto il Tribunal de las Aguas de la Vega de Valencia. Non solo: la carta costituzionale “consacra” questo esempio di giurisdizione comunitaria basato sulla tradizione orale definendolo “il più antico tribunale legale dell’Europa“. Nel settembre del 2009 l’UNESCO l’ha dichiarato patrimonio culturale immateriale dell’umanità.