Dite di lui quello che volete, ma non chiamatelo “piccoletto”. Albert Roche dimostrò all’Europa intera che coloro che lo definirono troppo basso per arruolarsi nell’esercito francese erano tra le persone più miope dell’epoca. Classe 1895, Albert Roche ha 19 anni quando, nel luglio del 1914 scoppia la Grande Guerra. Il ragazzo scappa di casa per arruolarsi contro la volontà del padre ma viene respinto.
Il motivo? Il metro e 58 di statura. Albert non ci sta e si rivolge ad un altro centro di reclutamento. Nonostante gli vada bene, perché integrato nel 30° battaglione cacciatori, per motivi di condotta va in punizione. L’atteggiamento peperino però è tanto la croce quanto la delizia per il ragazzino della Francia meridionale. La sua volontà di essere spedito al fronte viene accettata. I tedeschi hanno un motivo per tremare, solo che ancora non lo sanno.
Non ci basterebbe una giornata intera per raccontarvi le imprese di Roche, perciò abbiamo scelto le più salienti: offrendosi volontario per una missione d’assalto, il dinamico Albert strisciò fino alla trincea tedesca, con una granata fece saltare una stufa generando il caos tra le fila tedesca; quando i suoi superiori lo videro tornare alla postazione con 8 prigionieri e diverse mitragliatrici, pensarono di avere le allucinazioni.
In un altro caso, il nostro valoroso Rochel resta da solo in una trincea nei pressi di Sudel, in Alsazia. Dall’altra parte delle truppe tedesche valutano se assaltare o meno la trincea francese; il genio del ragazzo alverniate si palesa in tutto il suo splendore: per far desistere i nemici dell’assalto, Albert spara in modo alternato con più fucili, facendo credere ai primi che la difesa è ancora vigorosa e vigile. Inutile dire che i soldati guglielmini preferirono non far nulla.
Prima di raccontarvi l’accaduto più eclatante, la menzione d’onore va all’episodio che l’ha visto catturare da solo una postazione avversaria, recuperare il suo tenente e far prigionieri 42 soldati nemici. Come? Solo lui lo sa. Ma la ciliegina sulla torta è un’altra: per salvare il capitano, ferito nel bel mezzo della “terra di nessuno”, Albert strisciò per circa 6 ore, raggiungendo l’obiettivo. Allo stremo delle forze, riuscì a tornare indietro col capitano (svenuto), lasciandolo ai barellieri.
Dei soldati francesi lo trovarono senza più forze e sonnolente vicino una postazione di guardia perciò pensarono ad una diserzione, allora punibile con l’esecuzione. Inutili furono le dichiarazioni del ragazzo, che non aveva testimoni a suo favore. Il plotone di esecuzione si fermò solo dopo aver ascoltato la lettera del capitano, che nel frattempo si era svegliato dal coma. A guerra terminata, il generale francese Ferdinand Foch lo nominò “primo soldato di Francia“. Ecco cosa succede a giudicare dall’altezza.