Partiamo da un dato di fatto appurato e ampiamente trattato: i vichinghi sono stati ovunque. Non dovrebbe quindi sorprenderci la nozione storica per la quale lo splendido, florido, ricco emirato di Cordova – costituitosi nel 756 a seguito della Rivoluzione Abbaside – fu obiettivo di saccheggio e razzia da parte vichinga. Queste incursioni furono una costante dei secoli altomedievali, ma un episodio in particolare stupisce per incisività: l’assedio di Siviglia.
Siamo nell’844; i musulmani della penisola iberica, nota allora con il nome al-Andalus, sanno benissimo che gli al-Urdumaniyyun (per noi Normanni o letteralmente “uomini del nord”) già da decenni minacciano il settentrione, creando più di qualche grattacapo ai regni cristiani. Ragion per cui, nel momento in cui questi Normanni discendono sulla costa occidentale, nessuno grida allo scandalo. Nonostante ciò, dalle parti di Lisbona i vichinghi fanno un po’ quello che vogliono, trovando una scarsa resistenza.
In mancanza di un avversario preparato alle razzie, gli uomini guidati da Hastein e Björn Ragnarsson (vi dice qualcosa questo nome…) continuano il loro viaggio verso sud, giungendo addirittura a colpire quella che oggi è la costa marocchina. La gran parte delle drakkar, ovvero le tipiche imbarcazioni leggere vichinghe, naviga fino ad incontrare la foce del fiume Guadalquivir. Risalgono quest’ultimo, attraversando paludi, ma anche terreni fertili e isole sulle quali poter sostare.
Proprio su una di queste isole, quella di Cabtel, pianificano tra settembre e ottobre dell’844 l’assedio della maestosa città di Siviglia, centro nevralgico dell’intera al-Andalus. Giocando d’anticipo, le forze musulmane attaccano, venendo però sconfitte. Così i Normanni ebbero la vita facile nel conquistare e razziare la ricchissima Siviglia.
L’emiro Abd al-Raḥmān non resta con le braccia conserte ma si adopera per mettere in piedi un valido esercito. L’obiettivo è chiaro fin da subito: respingere l’invasore. Intorno alla metà di novembre, i due schieramenti si scontrano presso Italica. La battaglia arride alle forze andaluse, le quali riescono a scacciare i vichinghi. Sia chiaro, quest’ultimi non è che scomparvero da un momento all’altro. Ci sono testimonianze di alcuni insediamenti a sud di Siviglia, in zone rurali, affatto luoghi d’interesse per le élite musulmane, interessate da sempre alla vita urbana.
L’assedio vichingo di Siviglia segnò particolarmente i vertici dell’emirato, che mai prima d’ora, da quando si erano stabiliti sulla penisola, avevano vissuto una cosa del genere. Da quell’anno tutte le forze musulmane investirono nella fortificazione delle coste e soprattutto delle città, dando vita a degli spettacoli architettonici ancora oggi ben visibili. Non tutto il male vien per nuocere…(sì, ditelo ad un povero artigiano di Siviglia durante i primi giorni di ottobre dell’844).