E se vi dicessimo che in Sardegna, una cinquantina di chilometri a nord di Cagliari, nel territorio comunale di Barumini, si trova quello che è considerato la rocca fortificata più antica dell’Occidente conosciuto? Parliamo del nuraghe di Su Nuraxi, l’affascinante villaggio nuragico sviluppatosi tra il XVI e il XIV secolo a.C.
Il nuraghe è di tipo quadrilobato, si tratta perciò di un bastione dotato di quattro massicce torri angolari più una centrale. L’insediamento di Su Nuraxi si è ampliato poi nel corso dei secoli attorno alla struttura centrale, la quale svolgeva funzioni difensive e perciò militari; non solo, recenti studi evidenziano come il nuraghe potesse servire anche come centro di raccoglimento sociale, religioso e, in ultima analisi, astronomico. Come vedete, l’arcano sul reale scopo di queste bellissime strutture, disseminate nell’ordine delle migliaia in tutta la Sardegna, è ancora lontano dall’essere svelato.
Nuraghe, nell’antica lingua sarda (e non specifichiamo in quale accezione, altrimenti non finiremmo più), significava “mucchio di pietre” o anche “mucchio cavo”. Tali strutture danno tra l’atro il nome alla civiltà che si sviluppò sull’isola durante un arco cronologico che comprende media e tarda età del bronzo, così come buona parte dell’età del ferro. Grossomodo la civiltà nuragica dura quasi 1.600 anni, dal 1800 fino al 200 a.C.
Il nuraghe di Su Nuraxi è costituito – come quasi tutti i suoi simili – da possenti blocchi di basalto. Il materiale di origine vulcanica conferisce alla struttura una resistenza notevole. Infatti è questa caratteristica che, fino al primo ‘900, ha lasciato propendere l’ipotesi del nuraghe come struttura militare/difensiva. Secondo tale supposizione, le popolazioni nuragiche sfruttavano il vigore dei bastioni in risposta ai vari assalitori, ad esempio i Fenici. Ritornando però all’insediamento di Barumini, dobbiamo dire come questo sia tornato a vedere la luce del sole negli anni del secondo dopoguerra.
Autore della scoperta archeologica, uno dei massimi esperti (se non l’autorità intellettuale di riferimento) della civiltà nuragica: Giovanni Lilliu. Egli, attraverso gli scavi in loco, stabilì determinati fattori caratteristici di Su Nuraxi. Si trattò durante la seconda metà del II millennio a.C. di un insediamento densamente popolato, almeno per gli standard dell’epoca. Il ritrovamento di circa 200 capanne lascia intendere come, nel periodo di massimo splendore abitativo, a Su Nuraxi ci fossero all’incirca 700 individui. Inoltre gli studi hanno sottolineato come il nuraghe centrale abbia conosciuto ulteriori fortificazioni, lavori che aggiunsero al complesso una linea murata.
Tutto ciò prima dell’avvento dell’età del ferro (IX-VI secolo a.C.) durante la quale Su Nuraxi conobbe un progressivo spopolamento, a favore di altri insediamenti. Già i romani non trovarono che poche persone nel luogo, e in virtù di ciò utilizzarono il sito come catacomba. Il nuraghe di Su Nuraxi è speciale, davvero. Parliamo dell’unico sito UNESCU della Sardegna nonché del migliore esempio di fortificazione nuragica in un’epoca in cui le conoscenze a riguardo, nell’intero Occidente, erano assai meno sviluppate.