Nel pacifico villaggio di Kivik, nel sud della Svezia, due contadini scavano una cava nel 1748. Niente di inconsueto. Quello che li sorprese però fu la scoperta di una tomba del 1500 a.C. che si rivelò in seguito ampia circa 75 metri. Quello che forse li stizzì fu che all’interno non trovarono il tanto atteso tesoro.
La tomba trovata era la Kivik Kungagraven, letteralmente “Tomba del re di Kivik”. Per avere degli studi e degli scavi seri bisognerà però attendere gli anni ’30 del XX secolo. La mancanza del tanto atteso tesoro aveva fatto scemare l’interesse dei due contadini e della popolazione di Kivik.
Il ritrovamento che fece più notizia fu quello di numerose opere d’arte funerarie. Dallo studio di queste si poté evincere che i riti funebri nella Scandinavia dell’Età del Bronzo erano tutt’altro che semplici e secondari. Il probabile saccheggio avvenuto, purtroppo, prima del ritrovamento da parte dei due contadini non ha consentito il ritrovamento di corredi di valore che si addicono ad un re.
Dagli scavi è inoltre emerso che vi era un’altra stanza, più piccola, vicina a quella del re di Kivik, chiamata appunto “Stanza del principe“. All’interno del secondo abitacolo ci fu il rinvenimento di ossa appartenenti ad adolescenti.
Nella tomba principale invece gli archeologi trovarono 10 tavole alte e larghe 1 metro rappresentanti ballerini, musicisti con le corna e persone ammantate, forse sacerdoti. Perfettamente compatibili con le opere d’arte rupestri dello stesso periodo ritrovate in siti archeologici del Nord Europa come quello di Tanum o altri in Danimarca.
Il mancato ritrovamento di altri utensili forse depredati prima della scoperta della tomba non consente una datazione più precisa di quella succitata. In ogni caso la scoperta conferma quanto fermento culturale ci fu in quel periodo nell’Europa del Nord che conobbe il bronzo e supero la selce. Un’altra scoperta importante per l’archeologia e per conoscere l’antica storia del nostro continente.