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Katharine Parr: la frenetica “vita post mortem” dell’ultima moglie di Enrico VIII

Forse non tutti sanno che Katharine Parr, diventata famosa per essere stata l’ultima moglie di Enrico VIII (e fra l’altro una delle poche sopravvissute), è in realtà celebre anche per un altro motivo. Forse un po’ macabro. In pratica pare che la sua salma abbia avuto una “vita” alquanto frenetica post mortem.

Katharine Parr e la travagliata storia della sua salma

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Non siamo qui per parlare della vita di Katharine Parr, bensì della sua morte. Anzi: della fase post mortem. Tuttavia, visto che immagino che non tutti si ricordino chi sia (e che non tutti abbiano visto la serie The Tudors o i millemila film dedicati a Enrico VIII e alle sue mogli), facciamo un brevissimo riassunto.

Katharine Parr fu la sesta e ultima moglie di Enrico VIII, anche se per Katherine Enrico VIII fu il terzo marito. Fu una scelta strana per Enrico VIII, considerata la giovane età della penultima moglie, Katherine Howard. Katharine Parr era più grande di quest’ultima di 12 anni, non era giovanissima ed era già stata sposata due volte.

Spesso è considerata alla stregua di una “badante” per l’ormai malato re, ma in realtà pare che la Parr fosse una donna astuta, vivace e di bell’aspetto, amante dei gioielli e sempre alla moda (pare che avesse tantissimi berretti e cappellini). Assai colta, era molto schietta e amava vestirsi con eleganza.

Comunque sia, quando Enrico VIII morì ecco che lasciò dietro di sé una vedova ricca. Ella a pochi mesi di distanza dalla morte del marito, sposò lo zio del nuovo re, Thomas Seymour. Questo fu il suo quarto e ultimo marito. Rimasta incinta poco dopo le nozze, ecco che Seymour non si dimostrò un marito provetto.

Katharine aveva ormai 35 anni e la sua gravidanza fu molto problematica. Così Seymour cominciò a guardarsi intorno e puntò Elizabeth, la figliastra di Katherine (quell’Elizabeth figlia di Enrico VIII e Anna Bolena che di lì a poco sarebbe salita al trono). Mentre il marito corteggiava la figliastra, confinò Katharine nei suoi appartamenti. Alla fine Katharine diede alla luce una bambina, Mary.

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Crediti foto: @William Henry Kearney , Public domain, via Wikimedia Commons

Pochi giorni dopo la nascita, iniziò la febbre. Durante il delirio Katharine iniziò a inveire contro Seymour, fino a che la donna morì. E da qui inizia la bizzarra storia della sua salma. Per qualche motivo ignoto, il corpo di Katharine fu sepolto lo stesso giorno della morte in una cappella del parco del castello di Sudeley. Tutto accadde molto in fretta, senza i rituali che ci si aspettavano per colei che era stata la regina d’Inghilterra. Non ebbe processioni, effigi funebri e neanche una veglia funebre come fu, invece, per Caterina d’Aragona e Jane Seymour.

Per secoli ci si dimenticò del suo corpo e, nel corso del tempo, la cappella cadde in rovina e il tetto rimosso, con la natura che riprese possesso del luogo. Nel 1782 un residente incappò nella bara di Katharine, aprì la tomba e decise di incidere l’involucro di tela cerata che circondava il corpo. Scoprì così che la carne di Katharine si era conservata “bianca e umida”, quasi immutata considerando che era morta due secoli prima.

Così prese qualche capello della regina, un pezzo di stoffa dell’abito e un dente. Ve lo avevo detto che era una storia macabra, no? L’uomo decise poi di lasciare la regina lì dove era. Tuttavia la notizia si sparse e iniziò un pellegrinaggio di dame alla sua tomba. Tutte volevano vedere il miracolo del corpo dell’ultima moglie di Enrico VIII.

Solo che l’anno dopo alcune persone tornarono alla tomba per controllare il corpo della regina. Ma questa volta il corpo appariva in stato di decomposizione, con un odore fetido e la carne dove era stata praticata l’incisione di color marrone. Facendo entrare aria nel sudario incerato della regina, la putrefazione aveva iniziato a fare il suo corso. Così si decise di chiudere la tomba con una lastra di pietra per evitare ulteriori incursioni nel feretro.

L’anno successivo delle persone decisero di riesumare il corpo, lasciandolo esposto su un mucchio di spazzatura. Il vicario, vista la puzza, decise di inumarlo nuovamente. Passati due anni, ecco che si decise di riesumare di nuovo il corpo, per controllarlo, ma ormai il viso era del tutto decomposto e mani e unghie erano marroni. La speranza, vana, era che si cominciasse a portare rispetto per la salma, seppellendola decentemente. E invece no: la cappella dove era stata sepolta era stata trasformata in un ricovero per conigli.

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Crediti foto: @ Lucas Horenbout

A quanto pare, però, in Inghilterra non si riusciva proprio a tenere chiusa la bara di Katharine. Durante il XVIII secolo aprirono la tomba altre volte, con i becchini che scavarono una nuova tomba, ma poi seppellirono il cadavere a testa in giù, rubando parti della salma e dei vestiti per venderle come souvenir.

Nel 1817 assistiamo all’ultima apertura della bara. Il rettore di Sudeley, infatti, aveva deciso di riparare la cappella e di cercare il luogo dove i becchini avevano sepolto il corpo. Alla fine fu trovato, ma ormai erano rimasti solo i resti scheletrici con pochi capelli e qualche brandello di stoffa. Nel 1861 i suoi resti trovarono finalmente una degna sepoltura, ma ormai tutto ciò che ne rimaneva era della “polvere marrone”.

I resti ora si trovano nella chiesta di St. Mary nel castello di Sudeley, nella bara più bella fra le mogli di Enrico.