Siamo nel pieno della Guerra di Secessione americana, i giorni che intercorrono dal 19 al 21 settembre 1863 vedono lo svolgersi della sanguinosa battaglia di Chickamauga, nord-ovest della Georgia. Lo scontro vede contrapposte l’armata unionista Cumberland alle truppe confederate del Tennessee. Ricordiamo l’evento bellico come il secondo più violento (per numero di vittime) dalla celebre battaglia di Gettysburg. Questo è lo scenario che dà un contesto all’assurda storia di Jacob Miller.
Il soldato semplice Jacob Miller, in forza all’esercito unionista, resta ferito durante gli scontri. Un proiettile gli si conficca esattamente sulla fronte. Le ultime due frasi scritte potrebbero tranquillamente non combaciare, d’altronde come si può sopravvivere ad un colpo tra gli occhi? Nessuno lo sa, peccato che “nessuno” non sia il nome del signor Miller. Se oggi conosciamo l’incredibile storia, è per merito di un’intervista dello stesso Miller, datata 1911.
Il soldato semplice, dopo aver subito il colpo, perde i sensi, per poi risvegliarsi nella retroguardia confederata. Al risveglio Miller nota come la sua fronte sia diventata un pallone. Il gonfiore e il sangue offuscano la vista del milite unionista. Quest’ultimo, cercando di non farsi notare, si trascina verso una strada secondaria, mantenendo la palpebra alzata manualmente. Egli sviene ancora una volta; a quanto pare dei barellieri lo trasportano presso il primo ospedale da campo disponibile.
Qui i dottori affermano come non vi sia molto da fare, dando al povero Miller poche ore di vita. Miracolosamente Jacob sopravvive alla notte e viene trasportato (dopo una rocambolesca e per nulla fortunata fuga) nell’ospedale di Chattanooga. Per la prima volta, a distanza di giorni dall’accaduto, nel centro medico qualcuno ha la brillante idea di pulire la ferita dell’uomo. Tuttavia i chirurghi si rifiutano di operare Miller, perché l’estrazione del proiettile poteva causare il decesso del soldato semplice.
Da questo momento l’uomo viene rimbalzato letteralmente da un ospedale all’altro, soffrendo come non si sa cosa il dolore alla testa. Trascorrono 9 mesi e finalmente due chirurghi si offrono volontari per l’operazione. Questa si conclude con successo e Miller resta in ospedale fino allo scadere del suo periodo d’arruolamento, ovvero fino al 17 settembre 1864.
Vi lasciamo con le testuali parole dell’uomo, rilasciate durante l’intervista del 1911: “Dopo 17 anni dall’intervento, dal buco sulla testa sono fuoriusciti dei pezzi di un pallettone. Trascorsi 31 anni è stato il turno di due schegge di piombo. Come faccio a ricordare con estrema lucidità quei giorni nonostante la ferita? Beh, il dolore alla testa era così forte da tenermi costantemente sveglio; per qualche ragione penso che il proiettile abbia potenziato la mia memoria”.