Immaginatevi lo stupore di questo 32enne di Salonicco quando, in un bidone della spazzatura, ha trovato un’antica statua greca avvolta in un sacchetto di plastica nera. Sospettando che quello fosse un reperto di valore, l’uomo ha subito segnalato il ritrovamento alle autorità locali. E il suo istinto ha avuto ragione: quella statua raffigurante una donna avvolta in abiti svolazzanti, senza braccia e senza la testa, era un reperto antico e di valore.
Perché buttare un’antica statua greca nel bidone dell’immondizia?
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Gli esperti hanno esaminato la statua e hanno confermato la supposizione iniziale: era veramente un reperto antico. Secondo le prime stime, la statua antica risale all’epoca ellenistica, quel periodo storico che va dalla morte di Alessandro Magno nel 323 a.C. sino al 31 a.C.
Presumibilmente, chi ha buttato via la statua non aveva idea che fosse un reperto di valore. Ma non c’è modo di sapere perché qualcuno decida di buttare via un oggetto così raro. Certo, non è la prima volta che dei civili consegnano alle autorità reperti di simile valore. Vasilis Tempelis, portavoce del Ministero della cultura, ha spiegato che in passato parecchie persone hanno consegnato oggetti rari del genere, tutti corredati di strane e avvincenti storie su come ne erano entrati in possesso.
Anche perché, di solito, questi reperti si trovano solamente o nei musei o in vendita sul mercato nero. O anche nella spazzatura, a quanto pare. Le indagini sulla statua, però, sono ancora in corso: si cerca ora di capire quale ne sia l’origine.
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Attualmente si sa poco della sua storia. Oltre al fatto che è stata rinvenuta nel sobborgo di Neoi Epivates, a Salonicco, si sa che è alta 80 centimetri e che non è mai stata esposta in un edificio pubblico. Inoltre è di marmo e, secondo l’archeologo Bert Smith, probabilmente aveva uno scopo religioso.
Smith ha affermato che le sue piccole dimensioni sono tipiche delle offerte votive in marmo dedicate alle divinità e che si trovavano nei santuari e nei templi. Solitamente le persone offrivano tali statuette in segno di gratitudine per i favori ricevuti.
Le sculture ellenistiche, rispetto a quelle classiche greche del V e IV secolo a.C,, maggiormente idealizzate, erano caratterizzate da un più alto grado di realismo. Particolare attenzione era posta sia all’espressione facciale che ai dettagli di vesti e drappeggi. E la statua recuperata dal bidone dell’immondizia ben si adatta allo stile di quell’epoca.
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Gli abiti lunghi e fluenti, il marmo, indicano che probabilmente rappresentava una dea. Questo perché le statue di donne mortali di tale epoca erano di solito realizzate in terracotta e ritratte con abiti più attillati e modesti. La statua indossa quello che sembra essere un peplo. Il problema è che la testa e le braccia mancanti rendono difficile capire quale divinità raffigurasse.