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incompetenti imbroglioni e avventurieri: i missionari cristiani

Incompetenti, imbroglioni e avventurieri: i missionari cristiani

La Congregazione di Propaganda Fide è il dicastero pontificio che sovraintende all’attività missionaria in Europa e oltre i suoi confini. Il segretario Ingoli in una Relazione espose l’incompetenza di alcuni missionari cristiani. Denunciò lo stato del personale missionario e restituì i tratti pittoreschi di quegli uomini che forse avrebbero dovuto svolgere un altro compito. In giro per il mondo, cristiano e non, pensarono piuttosto a far valere i propri privilegi.

incompetenti imbroglioni e avventurieri: i missionari cristiani

Nel 1622 papa Gregorio XV decise di rianimare la Congregazione di Propaganda Fide. La grande spinta missionaria necessitava di ordine e regole e Propaganda Fide era pronta a imporle. Per farlo era necessario poter contare su un personale missionario anche facile da controllare.

Dopo alcuni anni, più precisamente nel 1625, il segretario di Propaganda Fide, l’allora Francesco Ingoli, utilizzò sferzante alcuni epiteti per descrivere quello stesso personale. Il cardinale dedicò tutto se stesso all’affermazione della centralità di Roma e della Congregazione.

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La carriera di Ingoli subì uno slancio al momento dell’elezione al soglio pontificio di Ludovisi, che lo coinvolse nella riforma del conclave e gli venne assegnata la segreteria di P. Fide. A questo dedicò tutto se stesso, per far sì che le missioni fossero quanto più possibile slegate dalla politica delle nazioni, e che si affermasse invece il primato di Roma. Tra i vari impegni, cercò di limitare l’abuso di privilegi da parte degli ordini regolari missionari.

Il segretario lamentava incompetenza da parte dei missionari, fossero essi regolari o secolari. La denuncia che rivolse tra i ranghi della congregazione era lapidaria: come missionari vi erano solo fannulloni, avventurieri e mascalzoni. Impegnati a vivere una vita meno rigida in alcuni casi, rispetto quella condotta all’interno di un monastero. Molto più concentrati a far valere i propri privilegi che a votare anime a Dio.

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La soluzione perfetta e auspicata dal cardinale giunse solo pochi anni più tardi quando si iniziò a pensare a un luogo ove addestrare i futuri missionari cristiani: il Collegio Urbano.