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Impero d'Etiopia e Dinastia Salomonide: quando mito e realtà storica appaiono indistinguibili

Impero d’Etiopia e Dinastia Salomonide: quando mito e realtà storica appaiono indistinguibili

Parlare dell’Impero d’Etiopia e della sua tradizionale casa regnante, comunemente nota come dinastia Salomonide, significa essenzialmente venire a patti con la seguente considerazione: mito e realtà storica sono due facce della stessa medaglia. Un duplice aspetto impossibile da scindere e trattare separatamente. Dati storicamente accertati esistono, ma quando sembra che la strada per la comprensione univoca degli eventi sia spianata, ecco che torna in gioco il fattore chimerico, che lascia apparire tutto così leggendario e poco attinente a ciò che oggettivamente può considerarsi plausibile. Per il momento queste sono parole vuote, me ne rendo conto, ma tra qualche riga assumeranno un valido significato, promesso.

Impero d'Etiopia e Dinastia Salomonide: quando mito e realtà storica appaiono indistinguibili

L’Impero etiope propriamente detto è esistito per più di otto secoli. Fondato nel 1137 in un’area geografica corrispondente agli odierni stati di Eritrea ed Etiopia. L’allora sovrano, il monaco Tekle Haymanot, proclamò la continuità del suo dominio con l’antico Regno di Axum. E già qui la commistione tra leggenda e realtà appare invalicabile. Il perché è presto detto: per alcuni Tekle Haymanot fu il capostipite della dinastia Zaguè. Per altri il monaco-re che ripristinò il cristianesimo ortodosso nell’impero non fu altro che uno dei discendenti del primo vero capostipite, vissuto tra IX e X secolo. Al di là delle supposizioni generatesi in merito, a noi interessa sapere come nel 1270 la dinastia Zaguè passò il testimone del potere ad un’altra famiglia, la dinastia Salomonide.

Il principe Yekuno Amlak rovesciò militarmente gli Zaguè, si cinse il capo con la corona del regno e – esattamente come aveva fatto il monaco Tekle Haymanot un secolo e mezzo prima – sostenne di discendere dagli ultimi sovrani axumiti e, di conseguenza, di appartenere di diritto alla famiglia dei Salomonidi. Un restauratore a tutti gli effetti.

Impero d'Etiopia estensione massima

Quanto ci fu di vero nelle convinzioni di Amlak è difficile dirlo. Le fonti storiche scarseggiano. Le poche che dicono qualcosa a riguardo hanno due problemi di fondo, talvolta concilianti fra loro: o sono di parte, o finiscono per offrire una versione poco credibile perché in contrasto con il resto del materiale storiografico e archeologico accumulato sulla vicenda.

Nel nostro piccolo possiamo avanzare un’ipotesi che, con tutte le riserve del caso, può apparire quantomeno verosimile. Amlak aveva rovesciato un governo a lui ostile e per non fare la stessa fine doveva trovare una fonte di legittimazione inattaccabile. Pensò bene di legarsi alla leggendaria dinastia Salomonide.

Secondo il Kebra Nagast, traducibile in Gloria dei Re – un importantissimo testo etiope dall’eccezionale valore storico, archeologico e religioso – redatto non più tardi del VI secolo d.C., la dinastia Salomonide regnò sull’Impero d’Etiopia a partire dal X secolo a.C. Il primo imperatore fu Menelik I, secondo tradizione il figlio primogenito della regina di Saba, Makeda, e del terzo re d’Israele, il famigerato Salomone. Quindi, se dovessimo dare retta al Kebra Nagast (cosa che non farò, ve lo anticipo), Amlak sarebbe il degno prosecutore di una stirpe bimillenaria. Ad unire i punti si fa presto. I discendenti di Amlak hanno imposto il loro dominio sull’Impero d’Etiopia fino al 1974. Capite l’entità della questione?

Impero d'Etiopia regina di Saba e Salomone

E visto che mi ci trovo, azzardo questo paragone! Si può dire come la leggenda scaturita dalle pretese dinastiche del principe Amlak non sia troppo dissimile dalla mitologia arturiana che influenzò l’Inghilterra altomedievale. Non credo di averla sparata grossa.

L’Etiopia, in quanto entità statale forte e indipendente, in 700 anni di storia non ha mai fatto nulla per smentire il mito delle origini. A riprova di questa convinzione profondamente radicata nel sentimento nazionale etiope, basti citare un passo della costituzione del 1955. La suddetta venne abrogata nel 1974, con la cessazione formale dell’autorità imperiale ma fino ad allora si poteva leggere come l’imperatore discendesse “senza interruzione dalla dinastia di Menelik I, figlio della regina d’Etiopia, della regina di Saba e del re Salomone di Gerusalemme” (cit. art. 2).