È fresca ancora la memoria dell’11 marzo 2011, giorno in cui il catastrofico terremoto di Fukushima sconvolse il Giappone. L’accaduto ha ricordato a tutti quanto il paese sia vulnerabile alle conseguenze del movimento delle placche tettoniche. Tuttavia resta impresso nell’animo nipponico lo storico terremoto del 1923, il sisma che cambiò radicalmente la storia del paese.
Il terremoto si verificò intorno alle 12:00 del 1 settembre 1923. L’epicentro fu nella baia di Sagami, sulla costa pacifica del Giappone. La suddetta zona si apre ad est sulla più nota baia di Tokyo, in cui possiamo trovare, oltre alla capitale, anche lo scalo portuale più importante dell’isola giapponese, ovvero Yokohama. In breve, la regione maggiormente colpita dalle scosse fu il Kantō, da cui prende il nome il terremoto stesso.
Le prima scossa fece registrare una potenza micidiale: 7,9 sulla scala Richter. A questa ne seguirono altre due di entità simile nell’arco di 10 minuti. L’unico sismografo sopravvissuto segnala come alle prime tre grandi onde sismiche ne siano seguite altre 700 circa. Fu una giornata complicata. Oltre a ciò dobbiamo tener conto della tempistica con la quale l’evento si materializzò in tutta la sua potenza distruttrice.
Nell’orario di punta giapponese, durante il quale i bambini tornano a casa dopo il primo giorno di scuola, in cui i lavoratori staccano per la pausa pranzo, il terremoto causò danni indicibili. Uno tsunami colpì l’intera baia di Tokyo e Sagami; incendi si propagarono nell’arco di pochi minuti (viste la predominanza di strutture in legno). Questi, per effetti dovuti al mutare delle correnti d’aria, diedero vita ad un enorme vortice infuocato che risucchiò quasi l’intera città di Tokyo. Le fiamme cessarono di propagarsi solamente perché non rimase nulla da ardere.
Il numero di vittime, all’incirca 100.000, fece entrare il terremoto del 1923 nella lista dei più distruttivi e fatali della storia mondiale. Oltre alla tragedia prettamente umana, il sisma del Kantō fu un evento in grado di cambiare la società giapponese, a partire dalla politica. Al primo giorno di settembre non vi era un primo ministro in Giappone (l’ultimo si era spento per infarto una settimana prima). Le élite conservatrici si elevarono, diffondendo voci infondate e riportando notizie denigratorie nei confronti dei cosiddetti “nemici”. I dissidenti politici furono messi da parte, talvolta eliminati.
Il Giappone, dopo il 1923, si avviò progressivamente verso l’affermazione del militarismo e dell’autoritarismo. Considerare il terremoto del Kantō come evento spartiacque nella storia contemporanea giapponese è, oltre che lecito, doveroso.