La vicenda che lega Gesù al mare è molto nota. Celebre è il miracolo che fece riempire le reti di pesci di quelli che successivamente sarebbero stati i suoi discepoli. Perciò trovare un relitto del I secolo d.C., nel mare di Magdala per giunta, non può che evocare ricordi biblici e creare collegamenti con la figura di Cristo.
La nave Ginnosar, ritrovata nel 1986 nel mare di Galilea, è divenuta famosa col nome di “Nave di Gesù”. Si tratta di un veliero lungo circa 8,2 metri e largo poco più di 2. Lo scafo è di cedro del vicino Libano e presenta punti rafforzati con legno di Quercia. Inoltre all’interno della nave si trovavano un vaso di terracotta ed una lucerna ad olio.
Ciò che la nave ha da dire è molto più delle supposizioni che si sono fatte sulla probabilità di appartenenza a Gesù o a qualcuno dei suoi apostoli. Infatti essa ci racconta molto della vita e delle abitudini dell’epoca in cui era utilizzata.
La grandezza della nave fa pensare ad un utilizzo per la pesca o per il trasporto di persone. La prima ipotesi è più accreditata poiché l’importante porto di Magdala era centrale nella zona per la lavorazione del pesce. Vero è anche che le licenze di pesca e le tasse da pagare sotto l’impero romano non permettevano un grande tenore di vita ai marinai.
In una villa della cittadina portuale inoltre gli archeologi ritrovarono anche un mosaico rappresentante un’imbarcazione molto simile a quella ritrovata. Dalla rappresentazione è stato possibile dedurre la posizione della vela, del timone e dell’armo, non sopravvissuti sulla Ginnosar.
Per quanto riguarda il ritrovamento fu una serie di lunghe siccità che lo permise, facendo abbassare notevolmente il livello del mare di Galilea. Una replica della nave si trova anche in Germania ed è di proprietà di una compagnia privata che la utilizza per divulgare insegnamenti biblici, specie ai marinai, con metodi però innovativi.