Se proviamo a pensare ai giochi di parole e ai proverbi ci rendiamo conto di saperne davvero moltissimi. Ma siamo sicuri che siano appannaggio solo della nostra epoca? L’articolo di oggi vi dimostrerà il contrario. Il Quadrato del Sator era un antichissimo gioco di parole, o un proverbio, o un simbolo apotropaico o un sacco di altre cose del periodo imperiale di Roma. Approfondiamo assieme l’argomento.
Il quadrato sembra un moderno cruciverba. Contiene le parole “Sator Arepo Tenet Opera Rotas“. I più attenti osservatori avranno già notato che si tratta di una frase palindroma. Se non siete tra quelli, provate a rileggerla da sinistra verso destra, apparirà esattamente identica. Ma le curiosità non finisco qui.
Provate ora a leggere dall’alto verso il basso, da sinistra a destra. Stesso risultato. Ora dal basso verso l’alto da destra a sinistra. Stesso risultato di nuovo. Era un giochino veramente simpatico. Ma quando si cerca di rispondere alle domande sul suo reale significato ecco che la simpatia svanisce. Si tratta di un vero mistero.
Sator può essere tradotto come “seminatore”, “padre”, o anche, per metafora, come “divinità”. Arepo è invece il termine più problematico, trattandosi di un hapax, ovvero un unicuum, non si hanno altre testimonianze scritte del termine. Forse può significare “ronchetta”, l’utensile agricolo che nel latino medievale diverrà “aripus“. Forse era un nome proprio, ma molto difficile data l’assenza totale di altre fonti.
Ed ecco che verrebbe fuori la frase “Il Seminatore con la roncola guida con cura le ruote”. Ma non a tutti bastò questa interpretazione. Alcuni notarono che anagrammando le 5 parole venivano fuori due parole uguali: “Paternoster“. Disposte in maniera da ricordare una croce e con due A e due O che rimanevano fuori. Le due lettere ricordano l’Alfa e l’Omega, metafora cristiana del principio e della fine di tutto, ovvero sempre Dio.
Il significato preciso è dunque sfuggente. Si tratta di un pendolo che oscilla tra il gioco di parole, la frase apotropaica ed il simbolismo cristiano. Ad oggi non c’è una risposta precisa, possiamo immaginare solo che chi lo inventò riderebbe di noi che ci scervelliamo per interpretarla correttamente quando magari era un semplice proverbio popolare.