Programma segreto di ricerca e sviluppo per la produzione di armi nucleari. Alla guida del progetto c’è il governo degli Stati Uniti d’America, con la collaborazione di Regno Unito e Canada. Nome in codice: “Progetto Manhattan“. Come nasce l’idea delle prime armi nucleari? Chi fu messo a capo di questo progetto e quali sono le menti che hanno reso possibile tutto ciò? Domande alle quali cercheremo di dare delle risposte.
Essenzialmente il Progetto Manhattan fu una risposta di pancia (ma anche di testa) alla paura che la Germania nazionalsocialista potesse sviluppare per prima un’arma di distruzione di massa. D’altronde erano stati gli scienziati tedeschi a scoprire per primi la fissione nucleare. La paura divenne più che razionale con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. La comunità scientifica mondiale, della quale principale portavoce fu un certo Albert Einstein, fece pressioni affinché il governo statunitense finanziasse un programma di ricerca con lo scopo di adattare il principio fisico ad un fine militare.
Il presidente Roosevelt diede il via libera e così nacque il noto Progetto Manhattan, guidato dal fisico J. Robert Oppenheimer. Egli scelse il laboratorio di Los Alamos, in New Mexico, come base di ricerca; ben presto attirò attorno a sé le menti più brillanti del mondo, con le quali lavorò per dare utilità militare al principio della fissione nucleare. Fin dai primi anni ’40, il progetto conobbe numerosi ostacoli: basti pensare alla massiccia richiesta di uranio arricchito e plutonio, che di certo non piovono dal cielo.
Decine di migliaia di lavoratori ebbero un ruolo nel contributo alla causa, seppur inconsapevolmente. Alcuni dettagli del progetto erano così segreti che neppure lo stesso presidente era totalmente al corrente della situazione. Nonostante tutto, si giunse al 16 luglio del 1945, data in cui ebbe successo il primo test nucleare. Una bomba atomica della potenza di 25 chilotoni (20.000 tonnellate di TNT per intenderci) esplose nei pressi di Alamogordo, in pieno deserto del New Mexico.
Il successo del test convinse gli statunitensi a ripetere l’azione nell’agosto del ’45, per ben due volte, prendendo di mira non la sabbia, ma città giapponesi: il 6 agosto Hiroshima, il 9 dello stesso mese Nagasaki. Le bombe, seppur diverse (la prima all’uranio, la seconda al plutonio), causarono danni di entità catastrofica. Morirono più di 200.000 persone, quasi tutti civili.
I casi di Hiroshima e Nagasaki furono gli unici casi d’impiego bellico delle armi nucleari. Speriamo anche siano gli ultimi per il resto della storia umana, anche se lo ammettiamo, siamo pessimisti.