Inutile girarci attorno, al giorno d’oggi, parlare di naufragio significa per forza di cose tirare in ballo la triste vicenda del Titanic. La tragedia del transatlantico britannico è stata spettacolarizzata nel corso dei decenni ma, per quanto enorme sia la portata dell’accaduto, non può competere per numero di vittime con il dramma della Wilhelm Gustloff, di cui vogliamo parlarvi nelle seguenti righe.
La nave passeggeri Wilhelm Gustloff, varata nel 1937, rappresentava il fiore all’occhiello della produzione navale tedesca. Lunga circa 200 metri, pesante più di 25.000 tonnellate, l’imbarcazione stupiva per dimensioni ed efficienza. Il nome riprendeva quello del dirigente di partito nazionalsocialista elvetico, assassinato un anno prima, nel ’36. Ammiraglia della flotta Kdf, la Gustloff svolse il ruolo di crociera fino al 1939, accogliendo soprattutto esponenti della classe operaia-lavoratrice (per direttive del regime).
Per un anno, dal 1939 al 1940, prestò servizio in veste di nave ospedale, partecipando a diverse operazioni belliche tedesche, prima in Polonia, poi in Norvegia. Dal bianco ospedaliero fu riverniciata di grigio, il grigio della guerra. Riconvertita in nave caserma per la Kriegsmarine, rimase attraccata al porto di Gotenhafen fino al 1945, anno dell’imponente operazione di salvataggio, nome in codice “Annibale”, con la quale i tedeschi evacuarono quasi 2 milioni di persone dall’Europa nord-orientale, in risposta all’avanzata dell’Armata Rossa.
Questo è il contesto che ci porta al naufragio datato 30 gennaio 1945. La Gustloff trasportava all’incirca 10.000 persone (anche se i registri di bordo sottostimavano il numero di passeggeri). Il meteo non era dei più clementi e a gennaio nel Baltico fa freddo, molto freddo. Senza scorta né difesa antisommergibile, il caso volle che ad incrociare l’imbarcazione fu proprio un sommergibile sovietico S-13.
4 siluri colpirono il transatlantico in 4 punti differenti. Ci vollero 50 minuti affinché la nave affondasse completamente. La maggior parte dell’equipaggio non riuscì ad usufruire delle scialuppe di salvataggio in quanto bloccate dal gelo. Delle 10.000 persone a bordo, se ne salvarono solamente 1.320.
L’affondamento della Wilhelm Gustloff registrò un infelice record. Il naufragio costò la vita a più di 9.000 persone, che seguirono l’imbarcazione nell’abisso. Per quanto i paragoni con il Titanic vengano spontanei, esistono storie ben più drammatiche, ma con la sfortuna di non godere della stessa attenzione mediatica.