In Francia, nell’area meridionale della ZAC du Champ Blanchard, nel comune di Distré, un team dell’Inrap ha portato alla luce una fitta rete di tunnel sotterranei. Lo scavo ha avuto luogo in un’area di circa due ettari di terreno. I resti rinvenuti – i quali attengono per lo più ad attività agro-pastorali e domestiche – sono datati per la fine dell’Alto Medioevo. Ma l’umile destinazione dei rinvenimenti non pregiudica la meraviglia e il mistero che accompagna la scoperta di per sé. Proprio come nel caso delle gallerie sotterranee.
L’inaspettata scoperta delle gallerie sotterranee partì dal ritrovamento dei resti un’abitazione risalente all’XI/XII secolo. Situata in un’area densamente popolata alla fine dell’Alto Medioevo: ecco spiegati i numerosi ritrovamenti di carattere domestico. A darne notizia è proprio l’Istituto nazionale francese. L’insediamento presenta altresì i resti di un fossato di circa 3.000 metri quadrati. Racchiuse la città quasi completamente, permettendone l’accesso solo da est grazie a una discontinuità dello stesso.
Il gruppo dell’Inrap ha stabilito che la dimora principale si trovava al centro del recinto ma che essa racchiuda al suo interno ben due fasi distinte. Pur essendo parzialmente scavata, una prima fase riguarderebbe l’utilizzo di pilastri e la seconda l’impiego di scossalina. All’interno del recinto si troverebbero anche diversi silos, circa una trentina. Molti dei quali raggruppati e vicini all’abitazione, mentre altri più isolati. Questi silos erano caratterizzati da una considerevole capacità di insilato. Al di sotto di queste strutture gli archeologi si sarebbero presto imbattuti in un mistero di non facile risoluzione.
Il gruppo di ricerca, prima di soffermarsi sulle stanze sotterranee sotterranee, si è concentrato sullo studio dell’unico pozzo d’acqua presente all’interno del recinto, e sito a circa 11,85 metri di profondità, sul fondo del quale giacevano resti ceramici e organici. La straordinarietà di questi campioni ritrovati è che permetteranno di studiare anche l’ambiente naturale del sito. I campioni provengono per lo più da oggetti d’uso domestico, mentre resti biologici di origine animale hanno permesso di ipotizzare un caso di epidemia che ha colpito il bestiame.
Dalla struttura principale si accede ad un’ampia rete di gallerie, per uno spazio complessivo di 50 metri. Si tratta di 5 stanze collegate da gallerie che è possibile percorrere in posizione eretta. In parte ostruito da materiali vari, gli archeologi hanno impiegato misure cautelative. Il loro impiego resta un mistero però: a cosa servivano realmente? Si ipotizza che nelle gallerie, data la presenza di abbeveratoi, si trovassero animali di piccola taglia. Altri allestimenti suggeriscono che le gallerie potessero essere impiegate a scopo difensivo. Lo si intuisce per via delle chiusure parziali e dei passaggi stretti, nonché per la presenza di appositi spazi per l’illuminazione.
Alla fine dello scavo ciò che si è riusciti a stabilire che il sito in questione rappresentò un’area occupata da un’unica unità abitativa. La presenza dei silos suggerisce uno stoccaggio superiore al fabbisogno di una sola famiglia. Suddetti reperti fanno pensare a uno spazio di accumulo di prodotti provenienti da diverse aziende agricole appannaggio di un solo proprietario terriero. Le gallerie sotterranee rimangono tutt’ora un mistero; una vicenda ancora avvolta nell’incertezza.