Cosa fai se sei un monaco e stai scappando da alcuni predoni Vichinghi? Semplice: ti porti dietro un manoscritto. Chi non lo farebbe? Scherzi a parte, questo che vedete è il celebre Libro di Kells, un manoscritto riccamente miniato che riproduce i quattro vangeli cristiani.
La storia del Libro di Kells
Il Libro di Kells (Book of Kells) non ha nulla a che vedere con i profeti di Kell di David Eddings (autore di romanzi fantasy da leggere). Si tratta, infatti, di un grande manoscritto miniato e riccamente illustrato, decorato con pitture realizzate a mano in oro e argento
Molto probabilmente fu realizzato all’inizio del IX secolo, forse da monaci cristiani celtici sull’isola di Iona, nelle Ebridi Interne, in Scozia. Il manoscritto riporta i quattro vangeli cristiani scritti in latino ed è celebre sia per le sue ricche illustrazioni che per la calligrafia magistrale degli amanuensi che lo compilarono.
Gli esperti ipotizzano che il manoscritto risalga a un periodo intorno all’800 d.C. Molto probabilmente a scriverlo furono dei monaci devoti a San Colombano, un missionario irlandese del VI secolo a cui di solito si attribuisce la diffusione del Cristianesimo in tutta la Scozia.
Possiamo dire che questo manoscritto fu alquanto ballerino. All’epoca, infatti, la costa britannica era continuamente in preda alle incursioni vichinghe. Decine di monaci erano già morti a causa delle loro incursioni su isole isolate come Iona e Lindisfarne.
Così nei primi anni dell’Ottocento i monaci di Iona decisero di scappare in Irlanda per evitare gli attacchi dei Vichinghi. E portarono con sé il manoscritto. Per secoli il libro rimase in un monastero della città irlandese di Kells, da cui poi prese il nome. Durante la conquista dell’Irlanda da parte di Oliver Cromwell, ecco che dal 1649 al 1653 trascorse una lunga vacanza a Dublino, in modo che fosse custodito al sicuro.
Nel 1661, poi, ultima tappa: il Libro di Kells fu regalato alla biblioteca del Trinity College di Dublino, dove si trova ancora attualmente in esposizione (ma ne esiste anche una versione digitalizzata).
Il manoscritto, considerato uno dei migliori dello stile “insulare”, è scritto su pergamena preparata raschiando la pelle di vitello. È lungo 680 pagine e pare che sia stato scritto da almeno tre monaci diversi. Alcune pagine, purtroppo, mancano, forse a causa di un furto avvenuto nell’XI secolo.