Storia Che Passione
Il lato "sporco" di Wolfgang Amadeus Mozart

Il lato “sporco” di Wolfgang Amadeus Mozart

Immaginate la seguente scena: è un giorno imprecisato del 1782 e Wolfgang Amadeus Mozart sta per esibirsi nel prestigioso Burgtheater di Vienna. Di fronte a lui platea e tribune in religioso silenzio, ansiose di ascoltare le liete sinfonie del geniale compositore salisburghese. Le luci si fanno sempre più fioche e lo spettacolo ha inizio, ma c’è un problema. Inattese come saette in un bel giorno di sole, rimbombano dal palco insulti, volgarità pungenti e sgarbate affermazioni. Ma come è possibile? Cosa sta succedendo? Non stiamo mica parlando di un artista da quattro soldi, d’altronde è Mozart.

Il lato "sporco" di Wolfgang Amadeus Mozart

Ora riaprite gli occhi e sentitevi sorpresi. Benché ciò che fin qui vi ho detto non si verificò mai (almeno secondo le fonti a noi pervenute…), la probabilità che avvenisse non era così irrisoria come si potrebbe credere. Sì perché uno dei più grandi compositori di tutti i tempi, un genio assoluto della sua epoca, autore di oltre 600 opere, tra cui sinfonie, cantate, sonate e chi più ne ha più ne metta, prodigioso incantatore delle masse, era solito manifestare un lato umoristico spiccatamente scatologico. Accadeva spesso, molto spesso, e ne siamo certi perché le prove documentate sono sotto gli occhi di tutti. Con questo articolo voglio mostrarvi il lato “sporco” di Mozart, quello meno conosciuto e più simpatico, contestualizzandolo ovviamente e stando attento (anzi, attentissimo) a non demonizzarlo come in alcune sedi, all’infuori di questa, si è purtroppo fatto.

Di prove documentate si è parlato, dunque quali sono? Analizzando una parte dell’intero corpus epistolario recante la firma di Mozart, nella fattispecie quello relativo alla famiglia, si può evincere una certa propensione del compositore austriaco allo scherzo, il turpiloquio e l’oscenità del linguaggio. Non che fosse strano per l’epoca – ed è questo che in tanti non vogliono comprendere, forse perché dotati di un paraocchi vittoriano duro da scalfire. Facciamo un esempio concreto. Lettera di Wolfgang Amadeus Mozart alla cugina Maria Anna Thekla Mozart (con cui c’era un certo intrallazzo, ma lasciamo stare…), datata 5 novembre 1777. Si legge:

lezt wünsch ich eine gute nacht / scheissen sie ins bett dass es kracht / schlafens gesund / reckens den arsch zum mund.

Che in italiano suona all’incirca così:

Bene, ti auguro la buonanotte / ma prima, caga nel tuo letto finché non scricchiola / dormi profondamente / nella tua bocca ti ficcherai il culo.

Beh, che dire. Per chi di voi non ha reagito come Margaret Thatcher – la quale, scoprendo il contenuto di alcune di queste lettere durante una visita a Vienna, si ostinò a non credere all’originalità delle medesime, anche di fronte a successive prove e testimonianze inconfutabili – e dunque ha resistito alla tentazione di bollare il tutto come semplice bufala da due spiccioli, proseguiamo oltre.

Mozart la cugina Maria

Spesso Mozart sfruttava il contenuto di queste lettere così “fuori dagli schemi” per altrettanto strane composizioni. Esistono degli esempi illustri che non mi attardo a mostrarvi. Il primo si intitola Bona nox, bist a rechta Ox; catalogato come K 561, si tratta di un canone a quattro voci in La Maggiore. Leggendo il testo si nota più di qualche similitudine con la lettera alla cugina del 5 novembre 1777.

Bona nox!
bist a rechta Ochs;
bona notte,
liebe Lotte;
bonne nuit,
pfui, pfui;
good night, good night,
heut müssma noch weit;
gute Nacht, gute Nacht,
scheiß ins Bett dass’ kracht;
gute Nacht, schlaf fei g’sund
und reck’ den Arsch zum Mund.

Buona notte [latino]
sei proprio un vero bue;
Buona notte [italiano]
cara Lotte;
Buona notte, [francese]
pfui, pfui;
Buona notte, buona notte [inglese]
abbiamo ancora molta strada da fare domani;
Buona notte, buona notte,
caga nel letto, [fa’] che scoppi;
Buona notte, dormi bene
e porgi il culo alla bocca.

Chiaramente Mozart realizzava queste composizioni per una stretta cerchia di amici. Fidati con i quali condivideva, oltre che un puro sentimento d’amicizia, anche un certo gusto umoristico. Ah, i componimenti ai quali sto alludendo sono noti solo dal 1991, ovvero da quando l’Università di Harward li acquistò credendo fossero pezzi inediti (ma non così tanto inediti!) e li rese pubblici. Essi risalgono agli anni ’80 del XVIII secolo, il periodo corrispondente alla permanenza di Mozart a Vienna, quindi l’ultima fase della sua breve vita, conclusasi nel 1791.

Mozart a Bologna

Un’altra perla che non posso esimermi dal mostrarvi si chiama O du eselhafter Peierl (Oh asino d’un Peierl). A catalogo compare come K 559 ed è una burla scatologica calorosamente dedicata all’amico Johann Nepomuk Peyerl, baritono al quale Mozart dimostrò tutta la sua fratellanza scrivendo (riporto la versione originale prima e la traduzione poi solo per una questione di correttezza):

O du eselhafter Peierl!
o du peierlhafter Esel!
du bist so faul als wie ein Gaul,
der weder Kopf noch Haxen hat.
Mit dir ist gar nichts anzufangen;
ich seh dich noch am Galgen hangen.
Du dummer Gaul, du bist so faul,
du dummer Peierl bist so faul als wie ein Gaul.
O lieber Freund, ich bitte dich,
o leck mich doch geschwind im Arsch!
Ach, lieber Freund, verzeihe mir,
den Arsch, den Arsch petschier ich dir
Peierl! Nepomuk! Peierl! verzeihe mir!

Oh asino d’un Peierl!
Oh Peierlesco asino!
Sei pigro come un cavallo
senza muso né garretti.
Con te non c’è rimedio;
ti vedo già penzolar dalla forca.
Stupido cavallo, sei un pigrone,
stupido Peierl, sei pigro come un cavallo.
Oh caro amico, ti prego
oh baciami il culo, svelto!
Ah, caro amico, perdonami,
però ti sigillo il culo.
Peierl! Nepomuk! Perdonami!

Mozart si esibisce in privato

Concludo con quella che è – a mio parere – la creazione più divertente di Mozart. Se masticate un po’ l’inglese o, ancor meglio, il tedesco, il titolo vi parrà inequivocabile; Leck mich im Arsch (lett. “leccami il culo”; come l’inglese “kiss my ass”) è un canone in Si Bemolle Maggiore. Quello che state per leggere fu il pezzo originale dal quale scaturì il più accessibile e meno scandaloso Laßt froh uns sein (Rallegriamoci!). Lascio parlare il testo che è meglio.

Leck mich im Arsch,
Laßt uns froh sein!
Murren ist vergebens!
Knurren, brummen ist vergebens,
ist das wahre Kreuz des Lebens,
das Brummen ist vergebens,
Knurren, brummen ist vergebens,vergebens!
Drum laßt uns froh und fröhlich, froh sein!

Leccami il culo
Gioiamo!
Brontolare è inutile!
Ringhiare, ronzare è inutile
è la vera disgrazia della vita,
Ronzare è inutile,
Ringhiare, ronzare è inutile!
Perciò siamo felici e contenti, felici!

Musica per le orecchie, eh. Studiosi e critici negli ultimi anni si sono interrogati diverse volte sul senso della scatologia di Mozart. Come interpretarla; come farla quadrare con l’eccelsa eleganza di alcune delle sue opere più famose, dunque in che modo poterla accettare. Discussioni che lasciano il tempo che trovano. Che ci piaccia o no, Wolfgang Amadeus Mozart era un essere umano prima ancora che un talento fattosi celebrità. E la natura umana, che tanto bene conosciamo, non muta a seconda dello status. Lettere e composizioni brevemente presentate lo dimostrano, platealmente.