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obelisco incompiuto

Il grande Obelisco incompiuto di Assuan nasconde ancora dei segreti

A quanto pare il grande Obelisco incompiuto di Assuan ha ancora molto da raccontarci. Questo obelisco è diventato famoso per via delle sue enormi dimensioni, ma non solo. Infatti, è anche celebre perché gli Egizi non lo completarono. Ma se lo avessero fatto, sarebbe diventato di sicuro il più grande obelisco mai costruito dagli antichi Egizi. Ebbene: proprio il fatto di essere incompiuto ha permesso agli archeologi di capire qualcosa in più sul modo in cui gli antichi nilotici riuscivano a realizzare questi imponenti monumenti.

Cosa ci nasconde l’Obelisco incompiuto di Assuan?

obelisco incompiuto
Crediti foto: @Olaf Tausch/ CC BY-SA 3.0

A dire il vero gli antichi Egizi chiamavano questi monoliti “tekhenu”, che vuol dire “perforare il cielo”. Nome più poetico della parola “obelisco”, la quale invece significa “spiedo” in greco antico. Solo che Erodoto decise di usare tale parola per descriverli e da lì il nome è rimasto. Prendetevela con lui per il nome.

Gli obelischi egiziani sono grandi pilastri rettangolari rastremati, con quattro lati e corredati di una piramide in cima. Solitamente erano collocati su grandi basi ed erano costruiti per onorare un individuo, un evento o gli dei.

Gli antichi Egizi solitamente scolpivano i loro obelischi partendo da un singolo blocco di pietra, quasi sempre di granito rosso. Questo tipo di roccia lo si trova soprattutto nella zona di Assuan. Proprio nelle cave di granito di Assuan gli antichi Egizi scavavano gli obelischi nella roccia madre e poi li trasportartavano via Nilo fino alla loro destinazione finale, dove erano poi eretti.

Rami ormai estinti del Nilo, in effetti, in passato potevano essere stati usati per trasportare obelischi e i grandi blocchi di pietra delle piramidi nelle loro sedi attuali.

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Crediti foto: @Olaf Tausch/ CC BY-SA 3.0

Ma torniamo all’Obelisco incompiuto di Assuan. Scoperto nelle Northern Quarries, questa era una delle zone di Assuan da dove era estratto il granito. La costruzione di tale obelisco la dobbiamo ad Hatshepsut, un faraone donna formidabile che regnò durante il XV secolo a.C. Probabilmente la regina voleva erigere l’Obelisco incompiuto a Karnak, anche perché qui sorge già un altro obelisco, il Lateranense, sempre eretto per volontà della regina.

Molto probabilmente i due dovevano formare una coppia. Solo che questo secondo obelisco non lo terminarono mai. Ad un certo punto, durante la sua costruzione, gli operai scoprirono una serie di crepe nella pietra e decisero di abbandonare il lavoro.

Così l’obelisco è rimasto nella cava fino ad oggi. Se lo avessero completato sarebbe stato alto 42 metri, per un peso di circa 1.323 tonnellate. Ma il fatto di essere stato abbandonato, ci spiega come facessero gli Egizi a costruire tali imponenti monumenti.

Per esempio, gli operai iniziavano il lavoro separando la pietra che sarebbe diventata l’obelisco dalla roccia madre. E facevano questo scalpellando dei buchi nella roccia. Poi vi inserivano dei cunei di legno, li inzuppavano d’acqua in modo che gonfiassero e così spaccavano la roccia.

A questo punto l’obelisco poteva essere scalpellato e trasportato a destinazione.

obelisco assuan
Crediti foto: @Ad Meskens/CC BY-SA 3.0

Ci sono prove che qui un tempo c’era un canale che collegava la cava al Nilo. Questo vuol dire che, una volta terminati gli obelischi, ecco che erano trasportati al canale e fatti galleggiare fino ad arrivare sul Nilo. Qui sarebbero stati caricati su chiatte e portati a destinazioni.

Il problema, però, è che questo canale minaccia il sito, incluso l’Obelisco incompiuto. I sali delle falde acquifere potrebbero, infatti, infiltrarsi nella roccia, causando molti danni. E una vittima potrebbe essere proprio l’Obelisco incompiuto, visto che nel 2007 l’ufficio di Assuan del Consiglio Supremo delle Antichità ha scoperto un profondo solco lungo almeno 2,5 metri.