Avete presente quanto tempo è intercorso dalla fine del Medioevo all’inizio dell’epoca contemporanea nel vecchio continente? Beh, quelli che per noi europei sono stati secoli, per il Giappone sono stati decenni. Il paese del sol levante esce dal proverbiale Medioevo nel 1853 e in meno di un secolo diventa una delle più grandi potenze mondiali, arrivando a controllare gran parte dell’Asia. Come è possibile?
Questo percorso si può comprendere con un proverbio che suona più o meno così “se non puoi batterli (gli occidentali), unisciti a loro”. In effetti è quello che ha fatto il Giappone. Dopo la guerra civile che ha posto fine all’epoca Tokugawa e con l’affermarsi della Restaurazione Meiji, il Giappone decide di abbracciare forzosamente la modernità per non soccombere come invece stava facendo il suo grande vicino, la Cina.
Seguendo con ferrea convinzione il motto “paese ricco, esercito forte” il Giappone sfruttò tutta la seconda metà del XIX secolo per prepararsi al grande progetto: diventare il primo attore per importanza di tutta la regione asiatica. Un progetto che iniziò nel 1894–1895 con la prima guerra sino-giapponese. Per la prima volta l’esercito imperiale giapponese mostrava i muscoli contro la tanto ammirata – in passato – Cina. Il fulcro della guerra fu la penisola di Corea, che cadde in mano giapponese (anche se solo ufficiosamente).
Ma la Cina non era l’unico gigante nella zona, c’era anche la Russia zarista con la quale confrontarsi. Tutto ruotava attorno agli interessi delle potenze europee – Russia compresa – sui porti cinesi e sulla volontà giapponese di affermarsi ancora una volta come paese egemone nella regione. Sospinto dagli prestiti navali inglesi, il Giappone attaccò la Russia nel 1904, dando il là alle azioni belliche. Queste sarebbero durate fino al 1905 con la schiacciante vittoria nipponica nella battaglia di Tsushima. Per la prima volta un grande impero occidentale veniva sconfitto da una nazione che di occidentale aveva solo l’aspirazione.
Approfittando del disordine europeo dovuto alla Prima guerra mondiale, il Giappone dichiarò guerra alla Germania guglielmina, consolidando le proprie conquiste in Cina e mettendo le mani su qualche atollo nel Pacifico. Se c’era una cosa che al Giappone riusciva bene, era quella di sfruttare la tempistica a proprio vantaggio. Sì, perché ancora una volta, sfruttando il disordine in Cina causato dallo scontro tra comunisti e nazionalisti, arrivò ad impossessarsi della Manciuria.
Altre conquiste decretarono la centralità della potenza giapponese nello scacchiere asiatico. La politica espansionistica ed imperialista fece le fortune del paese nipponico almeno fino al 7 settembre del 1941. Da questa data in poi, tutto decadde. Resta comunque impressionante la tenacia giapponese nell’affermarsi come grande forza mondiale nel giro di qualche decennio. Esempio unico nel suo genere.