“Ridateci la Gioconda!”, chi non ha mai sentito questo slogan? Sicuramente lo ha sentito chi ha almeno assistito ai mondiali del 2006. Ciò che in molti non sanno è che, poco più di cento anni fa, i francesi hanno davvero rischiato di perdere quest’opera, già simbolo parigino. Nel corso dei secoli ha cambiato numerose postazioni, ma la sua collocazione definitiva si rivelò il museo del Louvre. Qualcosa cambiò quando la mattina del 22 agosto del 1911 il pittore francese Louis Béroud, recatosi nel museo prima che aprisse, si accorse che il dipinto non era più al suo posto.
Il pittore doveva copiare proprio la Gioconda, ma quella mattina non la trovò. Il quotidiano Le Figarò ci ha raccontato i dettagli di quegli attimi, nell’edizione del 23 agosto. Stiamo parlando del primo grande furto di un’opera d’arte da un museo. Certamente, il colpo del secolo. In men che non si dica la polizia francese iniziò ad interrogare tutti coloro che avevano frequentato il Louvre durante alcuni lavori di manutenzione, ma senza alcun risultato.
Tra i sospettati più famosi vi furono Apollinaire e Picasso (il primo subì anche l’arresto) per aver sempre palesato la voglia di svuotare i musei e di riempirli con le loro opere. Ma si trattava solamente di scherzi tra artisti.
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Le autorità francesi hanno anche pensato ad un colpo di stato ordito dai tedeschi. Secondo questa ipotesi non solo c’era il serio rischio di una caparbia sottrazione delle colonie francesi in Africa, ma anche il tentativo di depredare i capolavori gelosamente custoditi nei musei transalpini. Insomma, pagine dei giornali parlarono a lungo della vicenda e il Louvre rimase per ben due anni sconvolto e senza la sua Monna Lisa. Fino al 1913, quando il quadro comparve a Firenze. Si scoprì che il misterioso Lupin che aveva ingannato tutta la Francia non era altro che un umile imbianchino: Vincenzo Peruggia. Alla fine l’uomo la “scampò” con un anno e mezzo di prigione.