Ereditarietà del potere per via matrilineare nei Celti? A quanto pare sì. La conferma arriva dalle analisi del DNA effettuate dai reperti riesumati da alcuni tumuli funerari rilevati nella Germania meridionale. I test genetici eseguiti su uno zio e un nipote, sepolti in due dei tumuli più ricchi, insieme alle prove di consanguineità emerse fra cugini di primo grado, puntano decisamente verso dinastie matrilineari.
Fra i primi Celti il potere si ereditava tramite linea materna?
Fra il 600 e il 400 a.C., durante l’età del Ferro, i Celti costruirono diversi tumuli funerari pieni zeppi di gioielli d’oro, carri e merci importante in quella che oggi è la Germania sud-occidentale, la Francia orientale e la Svizzera.
Al loro interno erano sepolte persone della classe dominante, dall’immenso potere politico e religioso, tanto da essere definiti come “i primi principi e principesse celtici”. Tuttavia un dubbio ha attanagliato i ricercatori: il loro status era dovuto a una vita di successi o hanno ereditato il potere?
Beh, grazie alle analisi del DNA effettuate dal nuovo studio su 31 scheletri provenienti da sette luoghi di sepoltura d’élite, risalenti al VI-V secolo a.C., si è cercato di capire se potessero esistere delle relazioni biologiche lungo il tempo e lo spazio.
Così, indagando, ecco che gli archeologi hanno scoperto una relazione di secondo grado, verosimilmente uno zio e un nipote, fra due individui di sesso maschile che condividevano origini materne. Entrambi gli uomini erano stati sepolti in tumuli vicini, riccamente decorati ed erano cresciuti in zona.
Dirk Krausse, coautore dello studio e capo archeologo dello stato tedesco del Baden-Württemberg, ha anche sottolineato come i due uomini, per l’epoca, fossero incredibilmente alti (1,80 metri), il che suggerisce che avessero beneficiato di una buona alimentazione, oltre a condividere, evidentemente, gli stessi geni per l’alta statura.
Un altro collegamento biologico è emerso fra una donna e un uomo sepolti in tumuli distanti 100 km e a un secolo di distanza. Come scoperta è abbastanza rara e si pensa a una bisnonna e al suo pronipote.
I collegamenti famigliari fra i tumuli suggeriscono fortemente un modello di leadership ereditario, organizzato lungo l’asse materno. Tuttavia questo non vuol necessariamente dire che fossero le donne a esercitare il potere. Anzi: fra i Celti il potere era nelle mani degli uomini. Tuttavia le ricche sepolture delle donne indicano che avessero anche loro uno status elevato.
Quello che è certo è che l’eredità matrilineare del potere non era comune nell’Europa dell’età del Ferro. Anzi: è rara in tutto il mondo. Fra i primi Celti pare che fosse in uso un’organizzazione matrilineare avuncolata. Questo accade in una società in cui le “scappatelle” extraconiugali sono comuni, cosa che comporta inevitabilmente una scarsa fiducia nella paternità. Il che porta gli uomini a essere più sicuri di essere geneticamente imparentati con i figli della sorella che non con i presunti propri figli.
Stephan Schiffels, autore dello studio, ha spiegato che se un sovrano ha dei figli propri, ma passa il potere ai figli della sorella, ecco che questo si traduce in un incentivo a unire il lignaggio diretto con quello della sorella. Il che tradotto vuol dire far sposare i cugini di primo grado. Tuttavia questa è un’ipotesi in quanto, solamente sulla base dei dati genetici, non si può affermare che sia questo quello che è successo davvero in questo specifico caso.