Solitamente siamo abituati a considerare terminata l’esperienza bizantina nel 1453, anno in cui Costantinopoli cade in mano ottomana. In realtà, come vi dimostreremo, l’eredità del dominio bizantino – e quindi dell’Impero romano – potrà dirsi conclusa solamente nel 1475. Dopo la capitale dell’Impero, saranno ancora tre gli ultimi baluardi del dominio (seppur indiretto) romano-orientale: Despotato di Morea, Impero di Trebisonda e infine il Principato di Teodoro. Oggi trattiamo le vicende del primo, riservandoci in futuro lo spazio per gli esclusi.
Dunque, come nasce il Despotato di Morea e come si evolve nel corso della sua storia? Per rispondere al primo quesito: a seguito della famigerata Quarta Crociata, con la quale i “franchi” (europei) deposero le insegne imperiali di Bisanzio, dando vita al breve regno latino. Questo in realtà era suddiviso in piccoli domini, tra cui quello del Peloponneso, zona geografica conosciuta anche col nome di Morea. Qui si era creata un’entità autonoma, meglio conosciuta come Principato d’Acaia, che resse fino al 1259.
Nel sopracitato anno Michele VIII Paleologo riconquistò la Morea, sottomettendola al restaurato dominio bizantino. Tuttavia la Morea, rappresentata da Mistra, il suo centro più florido e importante aveva saggiato l’esperienza d’autonomia. Non sarebbe passato molto tempo prima di poterla sperimentare di nuovo. Durante la guerra intestina tra Paleologi e Cantacuzeni per il controllo dell’Impero, la Morea si distaccò dal potere centrale.
Alla fine ebbero la meglio i Cantacuzeni, con il nuovo imperatore Giovanni VI che nominò suo figlio Manuele despota (signore) di Morea. Ciò nell’ottica di una rinnovata riorganizzazione territoriale. La situazione era tutt’altro che felice: il territorio controllato da Manuele era nell’agenda di diverse potenze, tra cui i Paleologi. Essi erano bramosi di vendicarsi per il torto subito. Ma c’erano anche i veneziani per chiari interessi commerciali e gli Ottomani, sempre più pressanti dall’Anatolia.
E infatti gli stessi Paleologi ripresero il controllo del Despotato di Morea, ma fu un successo di poco conto se pensiamo a cosa sarebbe accaduto di lì a poco. Già il sultano Murad II aveva messo in pericolo l’incolumità della penisola nel 1446. Sarebbe stato il suo successore, Maometto II a risolvere una volta per tutte la situazione. Il sultano propose un accordo all’imperatore Costantino XI: quest’ultimo avrebbe avuto un territorio come la Morea da governare in pace se si fosse arreso e avesse consegnato le chiavi di Costantinopoli. Sappiamo tutti come è andata a finire.
Gli anni che vanno dal 1453 al 1461 vedono un Despotato di Morea formalmente indipendente, ma dilaniato da lotte interne e sempre più minacciato da un’offensiva ottomana. Quando questa si palesò, non ci fu nulla da fare: cadeva il terz’ultimo baluardo del dominio bizantino. Il tramonto dei romei era in procinto di compiersi.