In una zona remota dell’Indonesia, un popolo che a lungo ha vissuto isolato, è riuscito a conservare un’antica pratica animista. Pur essendo oggi un popolo di fede cristiana, i Toraja mantengono ben salde le loro radici, tant’è vero che oggi il culto dei morti è per loro centrale. La morte non costituirebbe un punto di arrivo, ma l’inizio di un nuovo tipo di esistenza: quella nel mondo delle anime.
Al momento della morte il defunto rappresenta invece colui che si è addormentato, e che quindi ora riposa sospeso tra due realtà: quella materiale e quella spirituale. Quindi defunto mummificato, viene tenuto in casa e trattato come una persona ancora in vita: lo si lava, lo si veste e gli si offre del cibo.
Il rito funebre pertanto non avviene subito dopo il decesso come accade per l’usanza europea, Il rito può essere celebrato mesi, se non anni, dopo. Il perché risiede nella complessità dello stesso. Oltre a essere estremamente elaborato, richiede anche dei costi considerevoli, e infine è necessario che ogni familiare abbia elaborato la perdita.
A seconda della disponibilità economica della famiglia il rito funebre può durare settimane, durante le quali si sacrificano molti animali. Gli spiriti di questi animali saranno utili al defunto per raggiungere Puya. La carne degli animali uccisi è invece offerta ai presenti. La bara finemente lavorata è riempita di oggetti del defunto, e richiusa è riposta tumulata in una grotta. All’ingresso di quest’ultima è posto il manichino con le fattezze del morto: il Tau Tau.
Diversa è l’usanza che riguarda i bambini per quanto riguarda il culto dei morti. Quelli molto piccoli sono infatti riposti all’interno di un tronco d’albero. Il tronco può contenere diversi piccoli cadaveri.
Il Tau Tau rivolge lo sguardo al villaggio, come a significare che la sua anima continuerà a vegliare sui propri cari. Secondo le credenze del villaggio infatti i defunti rappresenterebbero delle figure benevole, solo nel caso in cui gli onori funebri siano correttamente celebrati. Altresì lo spirito diventerebbe un Bombo, uno spirito maligno e dispettoso. In estate invece si celebra il Ma Nene: le tombe aperte e le mummie portate nel villaggio. Negli anni ’80 del XX secolo le mummie hanno iniziato a essere oggetto di furto, per essere rivendute ai musei.