Nella Baia di San Fruttuoso, tra Camogli e Portofino, si trova dal 1954, una statua sommersa a circa 15 metri di profondità. I nomi delle due località e della baia fanno pensare subito al turismo e al bel mare, ma la storia di oggi riguarda la commemorazione di un uomo, Dario Gonzatti, subacqueo pioniere nel nostro paese che proprio in quell’area perse la vita.
L’opera nacque nel 1952, due anni prima del suo posizionamento sotto il livello del mare. L’idea fu di Dullio Marcante, per ricordare appunto Dario e la sua immersione dalla quale non era più tornato. Partecipò alla costruzione anche Giacomino Costa, armatore e presidente del Centro Sportivo Italiano di Genova.
Ma veniamo ora all’elemento più caratteristico della statua: la sua composizione. L’opera rappresentante Cristo è infatti totalmente di bronzo, e la cosa curiosa è il luogo di provenienza di tale metallo. Avvenne infatti una sorta di colletta, utile alla raccolta dei fondi per il materiale necessario.
Si iniziò a fondere eliche di sommergibili americani donate dall’ U.S. Navy, medaglie bronzee, altri elementi di navi, campane e avanzi cantieristici. Dopo due anni, nel 1954, la statua era pronta, si poteva procedere al posizionamento nelle acque che avevano portato via la vita a Dario Gonzatti.
Per quasi 50 anni la statua rimase in pace, placida sul fondale marino. Durante un restauro, nel 2003, per salvarla dalla corrosione e dalle incrostazioni, fu ritrovata però anche una mano del Cristo sommerso. Involontariamente staccata da un’ancora calata nella zona e che aveva colpito il braccio dell’opera, la mano giaceva sul fondo del mare.
Il 17 luglio 2004, dopo un anno dal restauro, la statua è tornata sul fondo del mare, ad una profondità inferiore alla precedente, ma comunque nel posto a cui appartiene. L’imperitura memoria di Dario Gonzatti è di nuovo affidata al Cristo sommerso. Ancore permettendo.