Quando si parla di arte e di storia italiana non si può non fare menzione del capoluogo toscano, per un periodo anche capitale d’Italia. Ma pochi sanno che, proprio nel cuore della città dei Medici, Giorgio Vasari costruì il passaggio segreto che da lui prese il nome: il Corridoio Vasariano. Analizzando il motivo della costruzione del corridoio scopriamo insieme un intreccio tra politica e arte.
Nel 1537 Cosimo de’ Medici, figlio del condottiero Giovanni delle Bande Nere, divenne il secondo ed ultimo duca di Toscana. Proprio sotto il suo governo Firenze affrontò il passaggio a Granducato. Infatti sarà proprio questo il motivo per cui il nuovo granduca, nel 1565, commissionerà al già famoso Vasari, la costruzione del corridoio.
Temendo infatti che il popolo fiorentino e toscano non gradisse il cambiamento di governo e temendo per la sua incolumità, Cosimo costrinse il Vasari a lavorare sotto una pressione immane. Nulla di impossibile però per il suo estro artistico e artigiano. In soli 5 mesi il passaggio segreto venne ultimato. Cosimo aveva ora una via sicura che dalla sua residenza lo portava al palazzo sede del potere granducale.
Ma di quali palazzi stiamo parlando? La sede dei Medici era, dal 1540 e sempre per volere di Cosimo, il Palazzo della Signoria, o Palazzo Vecchio. Il luogo dove si gestiva la vita politica toscana era Palazzo Pitti. Con una galleria che passava per gli Uffizi (costruiti sempre dal Vasari) e sopra Ponte Vecchio, i due punti cardine erano ora collegati.
Il tocco artistico però non poteva mancare. Ed ecco che nel progetto rientravano anche delle grandi finestre panoramiche che davano sull’Arno. In ogni caso la costruzione non fu solo rose e fiori. Vasari, e lo stesso Cosimo, incontrarono forti resistenze da parte della famiglia dei Mannelli per l’abbattimento della loro torre. Il corridoio gira infatti intorno alla struttura.
La pretesa di ultimare la costruzione in tempi rapidissimi e l’opposizione dei Mannelli non fermò Vasari che ci regalò un’opera d’arte ancora oggi visitabile. Cosimo ebbe il suo corridoio segreto e Firenze ebbe un altro pezzo di storia e di arte. Noi, invece, oggi abbiamo il piacere di raccontarvelo.