Storia Che Passione
Immagine di fantasia della guerra gotica

Il conflitto che cambiò la storia d’Italia: la “guerra gotica” (parte 1)

Costantinopoli, 13 agosto 554: su richiesta di Papa Vigilio, l’imperatore romano Giustiniano I promulga una Prammatica Sanzione che riorganizza l’amministrazione romana sulla penisola italiana appena riconquistata. Termina così la “guerra gotica“: dopo 80 anni di dominio germanico, l’Italia, il cuore della romanità, è di nuovo parte dell’Impero. I barbari ostrogoti sono stati annientati e i Romani hanno trionfato un’altra volta. Ma il successo è solamente apparente. L’agognata riconquista è costata vent’anni di devastanti combattimenti che hanno reso la Penisola un cumulo di macerie. Il conflitto che doveva riportare nuova luce sull’Italia romana l’ha gettata invece nel buio dell’Alto Medioevo. Signore e signori, ecco a voi la guerra che ha cambiato per sempre la storia d’Italia.

Immagine di fantasia della guerra gotica

Dopo la “caduta senza rumore” dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 d.C., la penisola italiana era passata sotto l’egida di generali germanici, de jure governatori per conto dell’imperatore romano a Costantinopoli: dapprima l’erulo Odoacre e poi l’ostrogoto Teodorico, detto il Grande.

In particolare quest’ultimo, rimasto al potere dal 493 al 526, si rivelò un eccellente sovrano: riuscì nell’impresa di mantenere un proficuo equilibrio fra Romani e Ostrogoti e ad assicurare all’Italia un periodo di pace e prosperità culturale. Tuttavia, nel 527 l’ascesa al trono romano di Giustiniano I aveva determinato un cambio radicale nella politica estera dell’Impero Romano d’Oriente. Egli, infatti, si pose l’arduo proposito di riconquistare tutte le perdute provincie occidentali, Italia in primis.

Situazione geopolitica mediterraneo occidentale allo scoppio della guerra gotica

Conclusa dunque la guerra contro i Persiani nel 532, Giustiano passò a mettere in pratica il suo ambizioso progetto. Affidò al migliore dei suoi generali, Flavio Belisario, la conquista del regno dei Vandali: nel 534, dopo un solo anno di guerra, l’Africa era di nuovo una provincia romana. A questo punto, si poteva passare alla fase successiva: la campagna in Italia. Serviva ora un casus belli.

Nel 534 re degli Ostrogoti era Teodato, marito di Amalasunta, figlia di Teodorico il Grande. Egli intendeva sbarazzarsi della moglie per governare da solo e perciò decise di allearsi con quella parte di nobiltà ostrogota che detestava la politica filo-romana perseguita dalla regina. Nel 535 Teodato depose Amalasunta e la rinchiuse sull’isola di Martana, nel lago di Bolsena. Fu proprio questo colpo di stato a fornire il pretesto a pretesto a Giustiniano per iniziare le operazioni militari.

Amalasunta, regina degli Ostrogoti la cui deposizione fu il casus belli della guerra gotica

La prima parte della guerra gotica fu un monologo romano. Mentre il generale Mundo attaccava le postazioni ostrogote in Dalmazia, Belisario risaliva la penisola da sud. Già nel dicembre 535 aveva completato la riconquista della Sicilia. Dopo essere sbarcato in Calabria, nell’autunno 536 espugnò Napoli e nel dicembre dello stesso anno entrò a Roma.

Le continue sconfitte costarono la vita a Teodato, il quale fu rimpiazzato da Vitige. Costui fra il 537 e il 538 cinse d’assedio l’Urbe, provando a riprenderla per fame. Ma alla fine ritirarsi più a nord, dato che un altro generale romano, Giovanni, stava avanzando nell’Italia centrale giungendo pericolosamente vicino alla capitale del regno ostrogoto, Ravenna. Nel frattempo, una spedizione romana sbarcata Genova aveva provocato un’insurrezione in tutto il Nord-Ovest, durante la quale anche Milano si era affrancata dal dominio ostrogoto. Vitige chiese soccorsi ai suoi alleati burgundi, con i quali pose l’assedio sulla città meneghina.

Giustiniano I, l'imperatore romano che avviò la guerra gotica

A questo punto, l’alto comando romano in Italia si divise sul da farsi. Il generale Narsete, inviato da Giustiniano al seguito di copiosi rinforzi, intendeva proseguire le operazioni militari in Emilia al fine di isolare Ravenna. Belisario, invece, voleva correre in aiuto di Milano. La disputa fra i due raggiunse toni accesi e il ritardo nell’inviare i rinforzi a Milano si rivelò fatale: la città dovette capitolare e fu rasa al suolo. La notizia del disastro milanese convinse Giustiniano a richiamare Narsete.

Belisario, rimasto solo al comando, preparò l’attacco su Ravenna, dove si era asserragliato Vitige. Fingendo di accettare la proposta avanzata dagli Ostrogoti di diventare imperatore d’Occidente con il loro sostegno, Belisario occupò Ravenna, prese prigioniero il re Vitige e sua moglie Matasunta (la figlia di Amalasunta) e li inviò a Costantinopoli assieme al tesoro reale. A questo punto, la riconquista dell’Italia pareva ormai prossima alla conclusione. Ma le sorti della guerra gotica stavano per cambiare repentinamente.