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rappresentazione di api che producono il miele

Il commercio del miele nell’Europa Medievale: lo studio

Uno studio pubblicato recentemente sul Journal of Medieval History esamina il contesto storico del commercio del miele nel Medioevo. Lo studio, redatto da tre studiosi del King’s College di Londra, rivela come il commercio, il gusto e l’ecologia si intersecassero nella produzione e nel consumo di miele durante questo momento storico. Attingendo informazioni da una serie di fonti primarie, i ricercatori rivelano come il commercio di questo bene fosse una parte vitale dell’economia medievale. Tanto da essere prodotto praticamente in ogni angolo dell’Europa Occidentale. Gli allevamenti di api avevano varie caratteristiche che si andavano ad adattare di volta in volta al luogo che li ospitava.

Il territorio preso in esame è molto ampio e variegato dalle arnie di vimini (skeps) in Inghilterra ai grandi allevamenti di api della Castiglia centrale, dalle arnie di tronchi della Germania occidentale e della Francia all’apicoltura arborea nelle vaste foreste a est dell’Elba. Lo studio si concentra su due centri particolarmente importanti per la produzione di miele: La Spagna e la regione baltica. La Catalogna e il Portogallo secondo queste ipotesi sarebbero grandi importatori di questo prodotto alimentare.

rappresentazione di api che producono il miele

Gli studiosi hanno portato alla luce ben 163 contratti per spedizioni di miele dalla Catalogna tra il 1342 e il 1484. Poco più della metà di questi viaggi era diretta in Egitto, ma altre esportazioni, invece, in Francia, Italia, Cipro ma addirittura anche a Damasco. Infatti, se gli Egiziani erano particolarmente golosi di questo alimento, lo erano anche gli Italiani. Basti pensare che Francesco Datini, il famoso mercante di Prato, ordinò una spedizione da Valencia di 9000 litri di miele nel giugno 1397.

In Medio Oriente la domanda era veramente altissima. Questo perché si tratta di un prodotto che non veniva usato solamente a scopo alimentare, ma anche per fini medici e terapeutici. Sebbene molte persone facoltose lo consumassero, possiamo affermare grazie alle fonti che in realtà si tratta di un alimento che ampie fasce di popolazione riuscivano a permettersi.