Fra le 7 meraviglie del mondo antico non si può non annoverare il Colosso di Rodi, monumentale e impressionante statua dell’epoca classica. Dall’alto dei suoi oltre 40 metri scrutava chiunque entrasse nel porto di Rodi, probabilmente anche intimorendo i visitatori.
Ma si tratta di mito o realtà? Il confine, per epoche così antiche, è labile.
La presenza fissa del Colosso in molte cronache, resoconti e tutte le opere sulle 7 meraviglie del mondo fino all’epoca medievale spezza una lancia in favore della tesi della sua reale esistenza. Il fatto che ad oggi non sia rimasto nulla di quello che era il dio Helios, protettore dell’isola, avvalora la tesi contraria. Esistito o meno, ci troviamo di fronte ad un capolavoro che vale la pena di analizzare più da vicino.
Vi starete domandando chi è il pazzo che costruirebbe una statua simile, ebbene, abbiamo il nome: Carete di Lindo. Nel 292 a.C. inizia dunque la costruzione, che fu tutt’altro che facile. Si è ipotizzato che man mano che la struttura lignea era eretta ai lati del nostro Helios, al suo fianco si creavamo cumuli di terreno per favorire l’operato dei lavoratori. Oltre al legno, anche il ferro ed il bronzo erano stati largamente usati, se ipotizziamo di dar credito all’ipotesi della reale esistenza del Colosso.
Ma perché costruire un’opera così immensa? Chiaro, per gli antichi chiarissimo: per celebrare una vittoria. Quando Antigono I, re della vicina isola di Cipro, decise di attaccare Rodi, non sapeva che la sua sconfitta avrebbe prodotto tale meraviglia.
Dunque la vittoria arrivò e, dopo un po’ di tempo (anche giustamente direi), arrivò anche la celebrazione tangibile di questa.
Solo madre natura poteva porre fine all’esistenza di qualcosa di così grande, e purtroppo lo fece. Nel 226 a.C. un devastante terremoto scosse il Mediterraneo e a farne le spese fu anche l’ingente opera di Carete.
Se vi state chiedendo come può scomparire nel nulla qualcosa di così grande, abbiamo ancora una volta la risposta. Innanzi tutto non scomparve subito, i suoi resti impressionarono gli animi ancora per un po’ di tempo. Nel 693 d.C. invece, dopo che il sultano Muawiya I conquistò l’isola, ci pensò un mercante, con ben 900 cammelli, a portare via il resto dei materiali fatti fondere.
Se vi piace credere che una statua del genere, che per intenderci era grande quanto la Statua della libertà, sia realmente esistita, bene, ora sapete anche qualcosa della sua storia. Se invece siete più scettici e volete costruire qualcosa di simile per rimanere nella storia, prestate attenzione, l’Oracolo di Delfi aveva avvertito di non farlo più.
Almeno non dite che non vi avevamo avvisato.