Così possente e maestoso da essere paragonato all’invalicabilità costantinopolitana (chi lo dice tutto d’un fiato vince un drink gratis). Così poderoso e granitico da prestare il nome ad un corazzato inglese del secondo dopoguerra. Signore e Signori, oggi vi presentiamo il tremendo e per nulla amichevole castello di Caernarfon, patrimonio UNESCO e simbolo gallese (a malincuore) per eccellenza.
La storia del castello è lunga e complessa, ma qualche accenno lo merita, assolutamente. La roccaforte sorge nella contea gallese settentrionale di Gwynedd. La zona, dall’alto valore strategico, è stato uno snodo cruciale per il controllo territoriale nel corso dei secoli, anzi, dei millenni. Già i romani l’avevano capito, costruendovi un forte nel I secolo d.C. Sebbene il forte decadde nel tempo, con l’arrivo dei Normanni, sorse nella zona un altro castello, ciò nell’XI secolo.
I gallesi però non provavano chissà quale grande amore per gli invasori Normanni, perciò il castello durò pochissimo. A quanto pare la moda di conquistare questo pezzo di Galles settentrionale era abbastanza diffusa. Re Edoardo I era un tipo alla moda. Nel 1277 mise sotto scacco l’area, costringendo i gallesi ad una pace umiliante. Rivolte dalla controparte non mancarono, perciò il buon re pensò bene di costruire delle piazzeforti nella zona per soggiogare la popolazione locale: ed ecco che nacque il cosiddetto “anello di ferro”.
Per “anello di ferro” si intende un complesso di castelli nella contea di Gwynedd. Tra questi castelli c’è il nostro Caernarfon, senz’altro il più grandioso. Pensate che per costruirlo (e neppure lo completarono) ci vollero ben 22.000 sterline di spesa, equivalente a più dell’entrata annua nelle casse reali. Nella testa di Edoardo il castello di Caernarfon doveva essere il centro del potere inglese sulla zona, perciò fece amplificare in modo sostanziale la cittadina circostante. Ma se pensate che il paragone con Costantinopoli sia solo scenico, vi sbagliate di grosso.
Edoardo fu un crociato e vide con i suoi occhi le maestose mura bizantine. Inutile dire che tentò di replicarle in terra gallese, riuscendovi in parte. Quando il re inglese, per appacificare gli animi, decise come l’erede al trono avrebbe assunto il titolo di “Principe di Galles” tutti esultarono, perché il sovrano promise come il titolo sarebbe andato esclusivamente a un nativo gallese che “non avrebbe parlato una parola d’inglese”.
Bello vero? Peccato che l’erede al trono, ovvero suo figlio Edoardo (classica fantasia inglese), futuro Edoardo II d’Inghilterra, era nato a Caernarfon e la lingua di corte era il francese normanno. Se c’era un modo per ingannare i gallesi, il re l’aveva trovato.