L’anima della Sicilia medievale, si sa, è doppia: da un lato ci sono i Normanni, dall’altro gli Arabi. Tutte e due le antiche dominazioni e amministrazioni lasciarono qualcosa che bene o male influenzò o continua ad influenzare la più estesa tra le isole italiane. La storia di oggi riguarda entrambe le parti in causa e ad accomunarle è il Castello della Zisa, sito nella splendida città di Palermo.
Re Guglielmo I D’Altavilla la commissionò nel XII secolo, periodo normanno, a degli abilissimi architetti arabi, per ottenere una splendida residenza estiva. Ecco ciò che lega le due anime dell’isola nella costruzione in questione. Il nome invece è squisitamente di derivazione araba. “Al-Aziz” significa “magnifico, glorioso”, e se si osserva anche di sfuggita il palazzo sono questi i primi due aggettivi che vengono in mente.
Ma c’è qualcosa in più che esula dalla realtà e si sposta verso la leggenda e che conferisce un’aura particolare al castello normanno. Una leggenda che parla di creature soprannaturali e tesori: la leggenda dei diavoli. Questo racconto riguarda in particolare uno degli affreschi della residenza, particolarmente elaborato.
Al suo interno infatti pare vi siano talmente tante figure che era praticamente impossibile contarle. Per vederle bisogna alzare la testa, guardare in alto e girare su se stessi. Ciò rende precario l’equilibrio e fa perdere spesso il conto, oltre che la pazienza di chi ci prova. Ma una sfida così difficile deve avere un premio ambito e desiderato, altrimenti nessuno la tenterebbe.
Sempre secondo la leggenda, chiunque riesca a finire di contare tutti i personaggi dell’affresco senza cadere o perdere il conto, riceverà un’ingente quantità d’oro come premio. Come? Beh, come per magia! Dopo aver contato tutte le figure si sarà in grado di vedere con i propri occhi dove l’oro è riposto. Raggi X, insomma.
Fra le tante storie siciliane questa è molto peculiare perché riguarda un periodo in cui la dominazione araba era passata da poco e ancora influiva fortemente sull’isola. Si crea così una commistione tutta siciliana, raccolta in questo racconto millenario che affascina e intrattiene i visitatori del castello.