Durante l’Ottocento nel pieno della corrente culturale del Romanticismo nasce l’immagine del comune castello medievale, che ancora oggi persiste nell’immaginario collettivo. A fornire il modello per le rappresentazioni pittoriche quanto per le costruzioni registratesi nel XIX secolo fu il breviario del duca di Berry.
Giovanni di Valois duca di Berry commissionò la straordinaria opera ai fratelli Limbourg, che la realizzarono tra il 1412 e il 1416. Il manoscritto come tutti i breviari consta di una parte dedicata alle preghiere e ai salmi mentre un’altra parte contiene il ciclo dei mesi.
Proprio questa era la parte dell’opera che rese famosi i fratelli olandesi: conteneva una serie di miniature, ognuna corrispondente a un mese. Ogni miniatura rappresentava un’attività specifica che si compiva durante quel periodo, tra cui potevano esserci la caccia, la semina. Venivano rappresentate anche attività esclusivamente ad appannaggio dei nobili come giostre e cavalcate, per lo più in riferimento alla corte del committente. I soggetti sono rappresentati in maniera differente dal corpo all’abbigliamento, il che porta a identificarli al di là dello scenario.
I nobili sono caratterizzati da una forma allungata del corpo e dalla rigidità delle membra, il che dovrebbe suggerire una dignità differente, rispetto la flessuosità dei contadini. Questi ultimi siedono in modo scomposto o sono più liberamente disposti sullo sfondo. Alla luce di queste differenze un altro elemento da tenere presente sono i colori delle vesti di ciascun personaggio e la loro lavorazione.
Ogni foglio conteneva quindi una lunetta su cui venivano rappresentati i segni zodiacali del mese e al di sotto le raffigurazioni di luminosi panorami e soggetti intenti alle proprie attività. Alcune di queste immagini permettono di ammirare nei particolari la meravigliosa dimora del conte di Berry. Ci si riferisce alla miniatura di settembre e a quella di ottobre che sorprendono per la capacità di spazializzazione. Le miniature mostrano i contadini intenti alla raccolta dell’uva e nella semina, mentre alle loro spalle si erge in alto il magnifico castello. Circondato da alte mura era composto da diverse alte torri, una cappella e delle segrete quadrangolari.
Questa immagine fungerà da modello topico di riferimento per chiunque volesse, nel pieno dell’Ottocento, raffigurare un tipico castello medievale. Tutto frutto di una semplice trasposizione romantica, dunque? Nel XIX secolo sono infatti comuni le costruzioni di castelli erroneamente classificati come medievali ma immaginati perfettamente coerenti da questo filone letterario. È questo il caso del castello di Neuschwanstein. Un castello che si erge solitario su una cima, circondato da una foresta e una coltre di nebbia: la fotografia di cui sopra è di ausilio all’immaginazione. Un esito scontato considerando che proprio nell’Ottocento si elabora la distorta e convenzionale concezione di Medioevo, tra oscurantismo e paesaggi fiabeschi, da noi ereditata e, salvo casi di coriacea ostinatezza, rielaborata in senso realistico.