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Iaia, una pittrice all’epoca dell’antica Roma

Chissà come era essere una pittrice donna all’epoca dell’antica Roma? Potremmo chiederlo a Iaia, una famosa pittrice romana di età ellenistica. Nota anche come Laia, Lala o Maia, sappiamo che nacque a Cizico, una città che si trova al confine dell’attuale Turchia. Che Iaia non fosse di origine latina lo si evince dal nome: Iaia o Maia non sono esattamente nomi latini. Nessuno sa quando nacque, ma sappiamo che di sicuro la sua nascita è collocata nel II secolo a.C.

Iaia, una pittrice dell’antica Roma

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Crediti foto: @Public domain

A dire il vero, a raccontarci qualcosa di Iaia, non è la pittrice stessa, bensì Plinio il Vecchio. Effettivamente Iaia è una delle cinque artiste citate nel Naturalis Historia di Plinio il Vecchio (le altre sono Irene, Timarete, Aristarete e Olimpia). Inoltre la Marzia citata nel De Mulieribus di Boccaccio non è niente altro che Iaia.

Sappiamo che Iaia visse durante il medesimo periodo storico di Marco Terenzio Varrone (116-27 a.C.). Era molto attiva come ritrattista a Neapolis (questo il nome all’epoca di Napoli). Divenne famosa soprattutto per l’uso della tecnica a encausto (tecnica pittorica che usa colori mescolati alla cera tramite il calore) e per le sue incisioni nell’avorio.

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Crediti foto: @Woodcut illustration of the artist Marcia Varronis/kladcat

Pare inoltre che avesse un vezzo particolare: oltre ai ritratti femminili, divenne celebre per i suoi autoritratti. Come artista, non solo era estremamente abile nel suo lavoro, ma era anche velocissima: era capace di finire i ritratti anche in un solo giorno. Tanto che era considerata una pittrice di maggior talento rispetto ai rivali maschili Sopoli e Dionisio (cosa che le permise di farsi pagare commissioni più alte rispetto a loro).

Considerate che divenne così famosa e richiesta da indurla a trasferirsi a Roma. Qui riuscì a mantenersi con i proventi della sua arte da sola, senza mai la necessità di doversi sposare. Era una donna indipendente, libera da mariti e dal controllo di parenti maschi, tanto da meritarsi il soprannome di “Perpetua virgo”. E sappiamo bene come all’epoca non fosse facile per le donne romane essere libere e indipendenti.

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Crediti foto: @Netelo/Wikimedia Commons

Un’altra cosa che sappiamo di lei è che era attiva durante l’ultimo periodo della Repubblica. Inoltre diversi autori latini la elessero come “miglior artista di Roma” dell’epoca.