Se ci pensate bene, i Vichinghi sono spesso raffigurati come guerrieri violenti e aggressivi, sanguinari, con le loro asce da battaglia e gli elmi cornuti. E nella cultura popolare spesso sono immaginati mentre saccheggiano, razziano e uccidono chiunque gli si pari davanti. Ma questa reputazione di spietatezza è giustificata? Beh, secondo Daniel Melleno, professore associato di Storia medievale e pre moderna presso l’Università di Denver, la domanda da porsi non è “se i Vichinghi fossero violenti”. Questo perché erano in effetti violenti. La domanda è “stavano facendo qualcosa al di fuori dalla norma per l’epoca?”.
I Vichinghi violenti? Sì, ma…
Contestualizziamo. L’era Vichinga solitamente la si fa durare dal 793 d.C. al 1066 d.C. (l’anno della Battaglia di Hastings in Inghilterra, fra l’altro). Dunque coincide con il Medioevo europeo, un periodo alquanto violento di suo. Melleno ricorda, infatti, che all’epoca guerre, schiavitù e incursioni erano all’ordine del giorno. E i Vichinghi non facevano eccezione. Anzi: grazie alle loro navi lunghe, veloci e mobili, erano abilissimi nel lanciarsi in attacchi a sorpresa dal mare.
Una delle prime incursioni accreditate ufficialmente ai Vichinghi fu contro un monastero sull’isola britannica di Lindisfarne, nel 793 d.C. I Vichinghi amavano attaccare i monasteri, per due motivi:
- erano scarsamente sorvegliati
- spesso erano pieni di ricchezze
Essendo originariamente pagani e visto che le loro vittime erano cristiane, ecco che all’epoca i loro attacchi furono descritti come particolarmente empi e violenti. Considerate che questi attacchi erano documentati da Cristiani che descrivevano attacchi di pagani a loro spese. Questo anche perché i Vichinghi si basavano su tradizioni orali, dunque hanno lasciato pochissime testimonianze scritte di queste loro incursioni.
Melleno sottolinea come, spesso, le uniche prove scritte delle loro azioni derivino o direttamente dalle vittime o da saghe scritte centinaia di anni dopo dai loro discententi. Questo vuol dire che è probabile che, nel corso degli anni, le storie relative alla loro brutalità siano state abbellite e ingigantite. E non è la prima volta che i Vichinghi sono vittime di esagerazioni o falsi miti storici.
Alcune incongruenze storiche, poi, sono descritte in altre fonti. Esiste un resoconto del cronista storico Prudentius relativo all’834 d.C. dove si parla dei Vichinghi che distruggono la città di Dorestad (si trovava nell’attuale Olanda). Solo che Prudentius riferisce come questo villaggio, in teoria distrutto l’anno precedente, l’anno successivo fosse ancora in piedi. Anzi: secondo le cronache i Vichinghi lo distrussero di nuovo nell’836 e poi di nuovo nell’837.
Melleno ha poi riferito a Live Science che, osservando i reperti archeologici, spesso mancano evidenze di fosse comuni o strati bruciati, segni di quella distruzione citata nelle cronache. C’è anche da considerare che i Vichinghi non erano gli unici razziatori del periodo. Per esempio, Francia, Italia e Svizzera erano spesso aggredite dai Saraceni, i predoni musulmani, mentre la Baviera era attaccata dai Magiari dell’Ungheria.
Ricordiamo, poi, Carlo Magno e la sua lunga guerra contro i Sassoni in Germania. Insomma, non c’erano solo i Vichinghi all’epoca. Molto probabilmente, però, gli atti di violenza commessi dai Vichinghi erano esagerati anche perché non avevano un regno proprio, a malapena avevano un re e dunque le vittime li identificavano maggiormente nel ruolo di predoni barbari e pirati senza regno.