Si parla di banalizzazione come del processo che ridimensiona e rende avvezzi gli uomini e le donne a una realtà specifica: in questo caso quella della guerra. Tale fenomeno concilia con la vita quotidiana un’idea di guerra che smette di essere terribile e sacra. Come è tipico di questi processi i giocattoli imitano la realtà raccontata. I soldatini di stagno, sempre più in voga poterono rivelarsi degli innocenti addestratori alla guerra.
I soldatini giocattolo iniziarono ad essere utilizzati per la prima volta alla corte di Luigi XIV, importati dalla Germania. La loro produzione già dal Settecento conobbe un’impennata e fin dopo la seconda guerra mondiale dominarono il mercato dei giocattoli guerreschi. Fino l’Ottocento la Germania conservò il monopolio o quasi della loro produzione, fino a che un’impresa inglese con una filiale in Francia cominciò a fabbricarli.
Prima ancora dello scoppio della Grande Guerra vi era chi li giudicava indispensabili per l’addestramento dei bambini, capaci di sollecitare anche un senso di fedeltà alla nazione. Attraverso questi giocattoli era possibile imparare a fare la guerra del domani e vi erano delle istruzioni per guidare meglio i bambini.
Si producevano anche le uniformi con cui vestire i soldatini che ricalcavano quelle realmente utilizzate nelle grandi battaglie. Così le grandi battaglie della storia vivevano ancora una volta. Una certa dose di violenza veniva impiegata nella rappresentazione delle battaglie-gioco anche grazie all’utilizzo di piccole miniature di cannoni e altri equipaggiamenti.
Ben presto però il bambino che imitava le battaglie con i suoi soldatini giocattolo divenne esempio per gli adulti. Il bambino che gioca alla guerra fortunatamente non vive per davvero i suoi orrori ma ne sperimenta solo il lato romantico, e impara ciò che gli potrà essere utile in futuro.
I ragazzi che giocavano innocentemente o quasi incarnavano però l’estrema fedeltà alla patria, al re e imparavano i valori cavallereschi trascendendo la modernità. Ignorando gli orrori delle battaglie impararono a convivere con l’idea di guerra che assomigliava sempre più a un’avventura. Bambini e ragazzi non si limitarono a giocare con soldatini di stagno ma vi erano numerosi giochi di guerra soprattutto nel Novecento, e nel periodo durante le due guerre.