Lavori necessari all’irrobustimento della base strutturale del Duomo di Forlì hanno permesso a chi di dovere di giungere ad alcune interessanti scoperte archeologiche. I cantieri sono numerosi e riguardano tanto l’esterno quanto l’interno dell’edificio. Quest’ultimo per secoli (in alcuni casi si parla di millenni) ha tenuto nascosti antichi segreti grazie alla sua pavimentazione; segreti che gli archeologi hanno intenzione di svelare una volta per tutte.
Da fine ottobre ormai sono in corso i lavori per fortificare le colonne portanti interne alla Cattedrale di Santa Croce. Il responsabile beni culturali e per l’edilizia di culto della Curia, Claudio Giannelli, ha confermato come ci siano degli aggiornamenti per quanto riguardo lo stato dei lavori: “l’obiettivo per ora è trovare la conformazione delle fondazioni della chiesa ottocentesca, in modo da orientare i prossimi lavori”.
Si deve dare un contesto alla constatazione di Giannelli. La struttura del Duomo di Forlì per come la vediamo noi oggi risale al XII secolo. L’odierna sede episcopale non sorse dal nulla, al contrario gli architetti la edificarono sui resti di altri edifici ecclesiastici. Era ampiamente prevedibile l’esito di una serie di scavi sotto la pavimentazione della Cattedrale. Tuttavia non sono mancate delle sorprese.
Alla luce di questi scavi, gli operatori hanno rinvenuto numerose ossa, resti scheletrici interessanti, come quelli di una madre con il suo bambino di uno o due anni a quasi 3 metri di profondità. Pare essere emersa anche l’abside della prima chiesa, incastonata in un muro semicircolare non lontano dalla Cappella della Madonna del Fuoco.
Oltre a ciò sono riaffiorati dei particolari cunicoli, oltre i quali si incontrano delle casse lignee. Queste conterrebbero le ossa di antichi cittadini forlivesi. Attraverso queste specifiche indagini di carattere archeologico si potrebbe ricostruire il passato “sepolto” di questa meravigliosa Cattedrale. Sempre a 3 metri di profondità, lo sguardo degli addetti si è posato su una muratura a blocchi squadrati, corrispondete (forse) alla parete originaria dell’edificio altomedievale.
In definitiva, non si tratta “solo” di un restauro. Quello che sta accadendo all’interno del Duomo di Forlì potrebbe riscrivere la sua storia – forse più antica di quanto si pensi. Adesso avanzano le prime supposizioni teoriche, per le quali la struttura originaria non sia del IX secolo ma del VI d.C. Chissà, solo il tempo e l’impegno degli esperti potrà dircelo.